Live report di Gaia Caffio
È l’inizio dell’estate romana e i Diaframma imbracciano gli strumenti sul palco della Città dell’Altra Economia, nell’ambito dell’Ausgang Festival, velocemente e senza perdere troppo tempo. “Noi suoneremmo fino alle quattro”, dice Fiumani appena salito sul palco, esprimendo con schiettezza un desiderio condiviso da tutti noi presenti.
In circa 90 minuti – veramente troppo pochi per una band con la loro storia alle spalle – ci immergono nel punk più autorevole (quello che magari andiamo a cercare chissà dove), scarno e privo delle movenze forzate a cui i gruppi contemporanei ci hanno abituato. Per una sera ci dimentichiamo l’attributo modaiolo “indipendente” e riprendiamo l’uso di un aggettivo raro oramai nel mondo musicale, “autentico”. Dalle 23 in poi, con loro sul palco, nel bene e nel male, assistiamo ad un live non premeditato e d’impatto, in perfetto stile primi anni ’80.
L’ultima incarnazione della band fiorentina è un classico trio chitarra-basso-batteria , Federico Fiumani (voce e chitarra), Luca Cantasano (basso) e Lorenzo Moretto (batteria), come ai tempi d’oro di Gennaio e In perfetta solitudine.
Si parte dalle origini con Siberia e si giunge alle più recenti Madre superiora, Niente di serio e Grande come l’oceano, passando per Gennaio, L’odore delle rose, Vaiano, tra le altre, tutte eseguite con quel rigoroso contegno punk che è la vera cifra stilistica di Fiumani. Solo un assaggio di una carriera trentennale. È un piacevolissimo viaggio nel tempo quello a cui si assiste, con pezzi tratti dai vari album usciti nel corso degli anni, dal primo Siberia all’ultimo Niente di serio del 2012.
Così come è arduo mantenere una certa obiettività emotiva quando si assiste all’esibizione dal vivo di artisti che ci piacciono, è invece praticamente impossibile non lasciarsi andare ai sentimentalismi quando sai che stai ascoltando la voce di chi ti ha un po’ monopolizzato l’adolescenza, e la sensazione è che molti dei presenti stessero nella stessa situazione. Ci raccontano ancora Fiore non sentirti sola come fosse la prima volta, ci regalano un arrangiamento di Labbra Blu che la rende ancor più mirabilmente violenta di quanto non fosse già ed Io sto con te (ma amo un’altra) rimane espressiva e attuale come fosse stata scritta il giorno prima (“vedessi come è tenera quando piange e si dispera!”). Velocemente abbozzano anche Anarchy in the U.K. (avrei dato un braccio per sentire Ceremony!) dopo aver lanciato invettive – sempre con stile – verso alcuni gruppetti moderni.
I Diaframma dimostrano come sempre grandi capacità live e Fiumani si conferma un artista complesso capace di catalizzare senza alcuno sforzo il pubblico, e non un semplice musicista. Ne vorremmo altri come lui in giro, elegantemente punk e per nulla “tamarri”.