RECENSIONE: IlVocifero – Amorte

Recensione di Andrea Barbaglia

Chi in questi anni di “liquidità spiccia”, soprattutto in campo musicale, ha avuto il buon gusto di farsi un regalo mai banale e duraturo attraverso l’acquisto di un vinile o un cd per tastare il polso della discografia italiana, avrà senz’altro segnato in agenda il nome di Walter Somà, artista torinese trapiantato in Lombardia, co-autore dei due album solisti dell’imprevedibile araba fenice di nome Edda e ora alla guida de IlVocifero, progetto a 360 gradi capace tanto di coprire più spettri sonori quanto di svelare nuovi orizzonti cantautorali, compositi ed urgentemente espressivi.

Un misto di poesia e raffinata ferocia comunicativa, un pasto crudo per palati fini, elaborato eppure triviale e folle; il corrispettivo in musica del Saturno che divora i figli del Goya. E come quel capolavoro esposto al Prado di Madrid è capace di evocare nella tragedia del soggetto trattato tutta la sua carica oscura e drammatica, così Amorte compie una sintesi temporale fra benedizione e condanna, riproducendo le sfaccettate tensioni dell’animo umano irrequieto e sofferente.

È tuttavia l’antico amico Aldo Romano il fulcro del progetto, il nome nuovo da mandare a memoria e nuovo schermo per Somà e i suoi scritti, funzionale e provocatorio interprete arrivato dalla strada ad innalzare i nuovi canti. A condividere la produzione artistica ecco poi Fabio Capalbo, regista di videoclip, fondatore dell’etichetta Niegazowana e batterista da sempre coinvolto nelle trame sonore de IlVocifero, primo musicista inter pares, solido e quadrato. Accanto a questo trio nato più per affinità elettive che esigenze pratiche si muovono nomi provenienti dalle più disparate esperienze musicali, legati al nucleo primigenio del progetto una volta ancora da amicizia prima che da logiche commerciali: dal teatrante degli orrori Gionata Mirai al misconosciuto Ensemble Vinaccia di Vigevano, da Dorina Leka (splendida voce internazionale sui tempi dispari della brillante Lucyd) al già menzionato Stefano Rampoldi (crooner punk nel jazz verticale di Non Nel Tempo Né Nel Modo), tutti aggiungono il proprio decisivo tassello creativo al puzzle musicale imbastito dalla premiata ditta Somà-Romano, contribuendo ad arricchire la scrittura altrimenti spontanea delle canzoni. Quel che riesce a fare Carlo Sandrini con le sue partiture per archi e fiati è ad esempio altra freccia all’arco de IlVocifero per quel che, a conti fatti, pare un concept album che concept album non è.

Difficile così citare un brano senza far torto al lavoro di insieme: Scagliati, Persona Plurale, Blu E Amo, Nastro Solare, Alito, Andrò Via, tutto ruota attorna a quell’imprevedibilità complicata che la vita riserva ad ognuno di noi e che un manipolo di novelli argonauti ha voluto sviscerare distribuendo in giusta misura luce e ombra.

Opera essenziale e compiuta, l’ennesimo nuovo esordio di Somà ci rivela un dato di fatto: alzando l’asticella dell’ingegno i risultati sono sempre i più apprezzabili e duraturi, capaci di vincere anche quel tempo fagocitante ogni cosa che Goya già eternò nel suo Saturno. Per Escogitare Un Dramma Fantastico queste sono le basi.

AMORTE – ILVOCIFERO
(Niegazowana, 2013)

  1. Escogitare un dramma fantastico
  2. Lucyd
  3. Blu e Amo
  4. Il gusto della morte
  5. Alito
  6. Scagliati
  7. Persona plurale
  8. Ultime parole
  9. Andrò via
  10. Nastro solare
  11. Non nel tempo né nel modo
  12. Il mio passo è un sogno

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