Recensione di Andrea Barbaglia
Luca è sempre in viaggio. Sotto quel cappello portato a mo’ di vezzo con disinvoltura e spontaneità ha tanti sogni da realizzare e molte storie da narrare; è metodico e ha una passione che lo accompagna fin da bambino. Il Rock è invece una chitarra, un amplificatore e un’armonica. Capita che due così prima o poi si incontrino e sia amore a prima vista: tra i solchi di un disco o su un qualche palco di periferia poco importa. Ciò che conta è l’alchimia, sincera e genuina, venutasi a creare tra le parti.
Dopo gli esordi in odor di (post) grunge col trio dei File e una gavetta fatta di numerosi concerti e faticose prove, Luca Milani giunge così al terzo lavoro solista; dopo la magia folk rock del precedente Sin train, sulla strada del Nebraska tracciata dal mito Springsteen nei giorni di mietitura indicati dal mentore Neil Young, è il momento di imbracciare nuovamente la fedele Telecaster per compiere un nuovo passo avanti e sprigionare quelle crepitanti rasoiate elettriche a cui l’esperto musicista lombardo ci aveva abituato in gioventù.
In compagnia di una band con gli attributi, che rispolvera la batteria di Luca Capasso e coadiuvata una volta ancora dall’ottimo Giovanni Calella al basso, Milani fa tesoro delle esperienze artistiche maturate in questi anni proponendo una summa esauriente di quanto compiuto fin qua. Il nuovo journey parte per la verità ragionato e sospeso, con le malinconiche riflessioni di On A Saturday Night sottolineate dall’hammond di Riccardo Maccabruni, prima di accelerare con il convincente singolo Silence Of This Town che è perfetto connubio tra l’amato Tom Petty e il Boss d’annata nonché fiera incitazione a non arrendersi neanche quando davanti ai nostri occhi affioreranno memorie di un passato ormai troppo lontano per poter tornare.
Posseduti da demoni che ci scavano nel profondo (Demons Inside) tentiamo una fuga solitaria (In The Wind) come anime perse avvezze a fuggire il grande Nulla che avanza inesorabile alle nostre spalle (Lost For Rock’n’Roll). Il duello rusticano per un Party Dress pieno di ricordi non sfigurerebbe sui lavori più ispirati dei Counting Crows mentre il riff introduttivo di Second Chance piazza un divertito omaggio ai mai dimenticati Ugly Kid Joe prima di rincorrere alla luce del tramonto le lande polverose e stradaiole tanto care anche ad uno street rocker come Izzy Stradlin’. Del resto Dust And Wind sono le uniche cose rimaste accanto al ricordo di Evelyn, esoterica presenza femminile evocata con infinito amore e rimpianto.
Un ultimo sguardo alla propria casa, ai propri affetti e al proprio luogo natio ed è già tempo di rispondere ad una ultima chiamata, quella definitiva, nel toccante finale affidato alla cinematografica Bar At The End Of The World mentre scorrono i titoli di coda su questo viaggio lungo i grandi pascoli terreni in attesa di una redenzione che forse verrà. In questa rincorsa al domani Luca Milani è il fuorilegge che tutti vorrebbero accanto; un sognatore che sa come va la vita.
LOST FOR ROCK’N’ROLL – LUCA MILANI
(Hellm Records/Martiné Records, 2013)
- On a Saturday night
- Silence of this town
- Lost for Rock’n’Roll
- Demons inside
- Second chance
- In the wind
- Dog in the fog
- Party dress
- Dust and wind
- Bar at the end of the world
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