Live report di Graziano Giacò
L’invasione degli ultrasuoni. L’Electric Campfire non è un semplice Festival di musica elettronica, è uno degli appuntamenti più attesi da tutta la generazione “energy flash” (citando Simon Reynolds). Organizzato dalla seminale label tedesca Raster-Noton di cui sono fondatori l’eclettico compositore tedesco Alva Noto, ideatore dell’etichetta Noton e la coppia d’oro Frank Bretschneider – Olaf Bender, creatori della Raster Music.
Alva Noto, drugo androgino, esploratore famelico di avanguardie ed atmosfere futuriste, è il padrone di casa e introduce i suoi commensali al pasto sintetico: l’antipasto lo serve Anne-James Chaton, la platea è distratta dalla location (il magnifico cortile dell’Accademia Tedesca) e dall’alcol servito a fiumi da un personale a metà tra il discreto e il divertito. Senking riesca a scaldare la platea, il sound è diretto, ammaliante, techno astrale per il nostro eroe che strappa applausi convinti. Pomassl cerca di scaldare l’ambiente con saltelli ritmati che non inducono la platea in uno stato di trance catartica: il suo set scivola via senza lasciare scossoni.
Kyoka va dritta per la sua strada, affonda la carne con penetrazioni sonore efficaci. Robert Lippok, batterista dei To Rococo Rot, gioca con una techno tutta basata sui ritmi, il suo passato da drummer sembra influenzarlo nella versione solista. Frank Bretschneider, accompagnato dai migliori visual della serata, propone uno dei set più accattivanti: suoni glitch, IDM, distorsioni efficaci: mescola il tutto infischiandosene di ogni melodia. Il gran finale è affidato ad Alva Noto in coppia con Anne-James Chaton: i due ci sparano subito Uni Acronym e non è uno sparare a “salve, come sta.”
La voce di Chaton è ossessiva, si incastra a perfezione con le immagini sputate a ripetizione e le sonorità tambureggianti del brano: anti-entropia di maniera, sovvertendo a nostro favore tutti quei simboli commerciali che solitamente invadono i nostri spazi visivi e dominano le percezioni della mente umana. Il Festival Raster-Noton si propone quindi come un ensemble di producer che sperimentano suoni glitch, technoambient, IDM, con una cifra stilistica ben riconoscibile. Il sound è curato, crea figure geometriche nell’aria, sviluppa processi mentali e corporei, si propone come induzione medianica, quasi un ritorno alle origini per poi esplodere in una costellazione di suoni fluorescenti.
Se Jodorowsky aspirava alla Montagna Sacra, qui si tende al Sacro Graal dello sperimentalismo elettronico.