Recensione di Andrea Barbaglia
È il 1977 quando un operoso Patrizio Fariselli, alle prese con i fortunati responsi di pubblico e critica legati al tour Anto/logicamente portato in scena dagli Area dopo l’esaltante viatico dei concerti al Teatro Uomo di Milano, rilascia il suo primo album solista per la DIVerso, collana dedicata alla musica improvvisata e al solismo creativo della già allora imprescindibile Cramps.
Antropofagia è quel vinile che ti puoi aspettare da uno sperimentatore, da un ricercatore deciso a esplorare le potenzialità del proprio strumento sganciandosi da tutte quelle regole che il mercato impone. Ciò che non ti aspetti è che, con una delle sue tante mosse controcorrente, l’etichetta dell’amico-mentore Gianni Sassi decida di stampare e pubblicare l’esemplare in sole 500 copie, lasciando di fatto senza ascolto centinaia di appassionati. Non tanto forse i contemporanei di allora, quanto tutti coloro i quali, avvicinandosi nei decenni successivi alla proposta di Demetrio Stratos e compagni, avessero deciso di ampliare il discorso, andando a recuperare il materiale registrato dai singoli componenti al fine di comprendere meglio l’avventura programmatica della band attraverso le sue varie anime.
In quell’enorme puzzle socio-musicale capace di vivere dall’interno una realtà fatta di ideali e riflusso restava un tassello vuoto che solo oggi viene riempito da questa attesa ristampa su cd rimasterizzata in digitale. Come ebbe modo di dire lo stesso Fariselli nelle note di presentazione al disco:
L’improvvisazione in questo lavoro è vissuta in modo “coprofagico”, inteso come momento di consapevolezza necessario per sfuggire agli “archetipi culturali che la società ci costruisce addosso”.
Più che un monito, una direttiva a tutti i suoi colleghi, quasi a voler indicare un metodo per evitare che il sistema ingabbi l’artista, suggerendo di muoversi certamente in forme aperte, ma pur sempre attorno a un preciso progetto. In questa maniera dunque si sviluppano i sei episodi per pianoforte acustico e preparato (con, addirittura, una bistecca di manzo per Roastbeef, cacofonica opener in cui compare la chitarra di Marzio Zoffoli), tra sperimentazione e suggestioni che consentono a una musica nuda, spesso cruda e spartana, di crescere progressivamente, concretizzando idee vincenti come nel caso di Scorie, brano licenziato adoperando le 32 note inutilizzate da Beethoven nella composizione di Für Elise, e in occasione dell’amplesso musicato che sta alla base di In-side-out-side.
A chi pensa tuttavia che un LP del 1977 suoni oggi datato è consigliato l’ascolto di Antropofagia, title track di una attualità spaventosa. Echi di decadenza e malessere, vibrazioni e rumorismo primordiale costituiscono uno dei primi esempi progettuali di ricerca sonora senza accomodamenti mentre un corrosivo Antonin Artaud, personaggio da tempo caro a due spiriti affini come Pierpaolo Capovilla e Xabier Iriondo, partecipa attivamente attraverso una controversa registrazione del 1948.
Non poteva esserci miglior chiusura. Per un’Arte senza tempo e senza compromessi.
ANTROPOFAGIA – PATRIZIO FARISELLI
(Cramps, ristampa 2013)
- Roastbeef
- Scorie
- 46 Reblocks
- In-side-out-side
- Lenny Tristano
- Antropofagia