RECENSIONE: Calibro 35 – Traditori di tutti

Recensione di Andrea Barbaglia

Prima o poi doveva accadere. Dopo una fresca doppietta di album colmi zeppi di riletture, reinterpretazioni e strepitosi omaggi alle colonne sonore anni ’70 dei poliziotteschi italiani che possono fregiarsi di vere e proprie eccellenze della musica in sede compositiva; dopo aver sperimentato (con lusinghieri risultati) sonorizzazioni senza rete di romanzi noir (l’ottimo Nero e immobile in compagnia di Cesare Basile); dopo aver rilasciato un EP, una raccolta di rarità e la recentissima colonna sonora del film Said realizzato dal collettivo Drop Brothers; non paghi delle apparizioni sempre più frequenti sui palchi di mezza Europa e Stati Uniti, ecco finalmente, dopo i convincenti approcci alla materia de Ogni riferimento a persone esistenti o a fatti realmente accaduti è puramente casuale, il primo album di soli inediti firmato da quel manipolo di scellerati musicisti della mala che risponde al nome di Calibro 35.

Traditori di tutti: sono dodici le tracce, registrate una volta ancora a Milano, tutte ispirate all’omonimo giallo dell’ormai noto scrittore Giorgio Scerbanenco riportato in auge anche fra i più giovani un lustro fa dagli Afterhours dell’altalenante I milanesi ammazzano il sabato, in cui comparve, senza tuttavia mai sbagliare un colpo, proprio il poliedrico Enrico Gabrielli, da sempre fine orchestratore di fitte trame sonore per i suoi partner in crime di stanza nel capoluogo lombardo.

Catapultati lungo il Naviglio pavese fin dalle prime note cariche di nebbia e umidità del Prologue restiamo facilmente ammaliati dalla bellezza della fascinosa Giulia Mon Amour, per poi muoverci circospetti con la poderosa Stainless Steel, strumentale versione quasi metal dei Doors post-Morrison a braccetto con gli Zu. Spunti, citazioni, riferimenti letterari (la lisergica Mescaline 6, una lasciva The butcher’s bride, la sospesa Miss Livia Ussaro) si fondono in continuazione con intuizioni musicali che ne supportano la collocazione originaria all’interno della trama scritta da Scerbanenco.

Nel corso delle indagini legate al delitto Sompani Duca Lamberti, il funzionario presso la questura di via Fatebenefratelli Carrua e tutti gli altri personaggi del romanzo si muovono a loro agio tra i ritmi funk in levare di You filthy bastards! e quelli hard funk deeppurpleiano presenti in One hundred guests; evitano di farsi distrarre dall’impetuoso inseguimento metropolitano di Vendetta; non incespicano nel rock teso, venato di grunge di Traitors. Conclusosi l’interludio cinematografico affidato alle Two pills in the pocket dal vago retrosapore tex mex, i Calibro 35 puntano diretti al gran finale con l’alienante sperimentazione sincopata di Annoying repetition, suadente conclusione da B-Movie ritmicamente pulsante.

Sembrano non sbagliare un colpo Colliva e compagni. E non ci sono trucchi né inganni. Solo passione. Questo il segreto di una carriera nata forse un po’ per gioco, ma che col tempo si è fatta maledettamente sempre più seria. Una storia italiana che si è riappropriata di un patrimonio artistico ben circoscritto e radicato, ma che gode da sempre di ampio respiro internazionale. Gente che conosce la materia, la padroneggia e oggi si prende il lusso di plasmarla a propria immagine. Un’immagine algida, su cui piombano i fari e il lampeggiante di un’Alfa Romeo Giulia.

TRADITORI DI TUTTI – CALIBRO 35
(Record Kicks, 2013)

  1. Prologue
  2. Giulia mon amour
  3. Stainless steel
  4. One hundred guests
  5. Mescaline 6
  6. The butcher’s bride
  7. Vendetta
  8. You filthy bastards!
  9. Traitors
  10. Two pills in the pocket
  11. Miss Livia Ussaro
  12. Annoying repetition

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