Recensione di Andrea Barbaglia
Nato a Fiesole ma romano d’adozione, Cosimo Messeri – figlio del più noto attore Marco – dopo aver collaborato sui set cinematografici in compagnia di Nanni Moretti e Carlo Mazzacurati, decide poco più che ventenne di esporsi personalmente dietro la macchina da presa. Inizialmente lo fa attraverso il cortometraggio Zeldman e nel 2009 facendosi carico di riportare sotto i riflettori – per mezzo dell’approfondito documentario musicale The One Man Beatles – la storia bizzarra e ormai dimenticata di Emitt Rhodes, songwriter americano già frontman dei Merry-Go-Round, con una successiva carriera solista che lo vedrà per anni lottare contro la diceria di essere un perfetto clone di Paul McCartney, se non addirittura solo un nome di fantasia scelto in terra d’Albione per consentire l’uscita sotto mentite spoglie di un buon numero di canzoni (sue!) considerate preziosi inediti provenienti dagli archivi dei baronetti di Liverpool e immesse sul mercato dopo lo scioglimento dei Beatles. Pettegolezzi che avrebbero ridotto presto al silenzio un personaggio schivo e introverso come Rhodes.
Già musicista con i Plastic Macs, Messeri torna invece oggi al mai sopito amore per la musica con un articolato album d’esordio che professa tutta la sua stima e ammirazione sincera nei riguardi di Lennon e compagni. Tutti e quattro indistintamente. Non a caso la chitarra slide dello spensierato singolo Il mio Transit (protagonista anche più avanti in Evviva la ferrovia) cita amorevolmente quella celeberrima My sweet Lord di un George Harrison ancora poco avvezzo ai successi solisti, ma sempre essenziale nelle trame musicali intessute dalla coppia Lennon-McCartney. Capitan Confusione si mette così a pescare a piene mani fra le pagine di Help!, Revolver e Let it be, album crediamo mandati a memoria dall’agitatore culturale fiorentino (Che te ne fai di me, Well on the way, Uba uba), ripassando nel contempo anche la lezione del working class hero Lennon, quella del teddy boy McCartney e, ultima ma non ultima, quella del greatest Ringo Starr.
Ma non si tratta di semplice e pedissequo esercizio di stile. Ai suoni ormai classici della swinging London Messeri, qui one-man-band, aggiunge infatti ampie dosi di stralunata leggerezza e sana follia artistica che sono parti integranti di un progetto nato per gioco e divertimento in sinergia con l’amico produttore Pio Stefanini. Basti pensare ai frequenti intermezzi che si alternano piacevolmente alle canzoni e diventano collante, quando non addirittura storie compiute, per le altrimenti solitarie schegge musicali di un lavoro certo un po’ surreale (E un giorno un occhio), ma con una forte ragione d’essere espressa dal suo autore.
Quale sarà il prossimo passo dell’allampanato capitan Confusione? Quale il suo futuro? Uno sguardo alla copertina e tutto si fa tremendamente più chiaro: del resto non si arriva mai tanto lontano come quando non si sa più dove si va.
CAPITAN CONFUSIONE – COSIMO MESSERI
(Music Valley Records, 2013)
- Capitan Confusione
- Il mio Transit
- E un giorno un occhio
- Stupida melodia
- Gaia sei
- Mi vuoi o no
- Maratoma
- Evviva la ferrovia
- Valzerino
- Nembo chi?
- Well on the way
- Danny Boy (la vendetta di RR)
- Intermezzo a te
- Che te ne fai di me
- Deva om
- Uba uba
- Emmò embè
- Arrivederci paradise
- L’allegria (lunedì)
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