Recensione di Claudio Delicato
Parte 1
IN CUI IL RECENSORE SPARA UN PAIO DI FRASI BRILLANTI A CASO STILE VICE MAGAZINE PER DARE L’IMPRESSIONE DI ESSERE UNO CHE RIMORCHIA UN BOTTO
Se siete un musicista squattrinato in cerca di un valido motivo per convincersi che è il caso di smettere di tentare la carriera musicale e andare a fare lo strappabiglietti allo zoo, be’, è probabile che ascoltare l’ultimo disco degli Actionmen possa darvi una grossa mano. Credetemi, il primo pensiero che vi salterà in testa sentendo Ramadama sarà “ok, se gli standard per sfondare sono questi, io non ce la farò mai.”
Parte 2
IN CUI IL RECENSORE È COLTO DA UN RAPTUS IDROFOBO E SFODERA TECNICISMI INCOMPRENSIBILI E GRUPPI IMPROBABILI CONFONDENDO IL LETTORE E SENZA DARGLI IDEA DI CHE TIPO DI MUSICA SUONI IL GRUPPO IN QUESTIONE
Il gruppo di Ravenna suona un punk con serissime influenze noise, math, zehul e “poco chili per favore” che rimanda a signori gruppi come Magma, Chrome Hoff, i giapponesi Ruins e a perle nascoste della musica italiana (Neo, Sbròn Zoratto e Dispositivo per il lancio obliquo di una sferetta): feroci stop’n’go, riff di chitarra accattivanti, giri di basso da ottovolante e furiose cavalcate hardcore. Per farla breve: se avete finalmente ottenuto un appuntamento con la barista del Circolo degli Artisti che vi rifiuta da anni e a cui per disperazione avete iniziato a pagare i cocktail con banconote da 5 euro intrise di GHB, alla vostra ragazza raccontate che stasera andate al concerto degli Actionmen e potrete esser sicuri che non vi dirà “vengo anch’io.”
Parte 3
IN CUI IL RECENSORE SNOCCIOLA QUALCHE DATO SUI DISCHI PASSATI RACCOLTO DA WIKIPEDIA O IMPATTO SONORO PER FINGERE DI CONOSCERE A FONDO LA STORIA DEL GRUPPO
Con questo doppo disco (11 tracce nel side A, 11 nel side B) gli Actionmen giungono al secondo LP, sei anni dopo l’ottimo The game!, dimostrando una prolificità che farebbe scoppiare d’invidia i Tool. L’impronta fondamentale del gruppo non è cambiata ma il suono (con particolare riferimento al missaggio della voce) si fa lo-fi, più sporco e meno West Coast, rendendo il prodotto decisamente più originale rispetto al precedente. Ramadama è prodotto da Autunno Dischi e Inconsapevole Records per l’Italia e da BellsOn Records per il Giappone, un mercato più che adatto al genere.
Parte 4
IN CUI IL RECENSORE SI LASCIA SFUGGIRE UN CLAMOROSO ERRORE ORTOGRAFICO DIMOSTRANDO DI NON AVER NEANCHE CONTROLLATO L’ARTICOLO CON IL CORRETTORE AUTOMATICO DI WORD
Riconosco di fare fatica ha scegliere le tracce migliori di Ramadama…
Parte 5
IN CUI IL RECENSORE SCIORINA 4 O 5 PEZZI BEN DISTRIBUITI LUNGO LA TRACKLIST PER DIMOSTRARE DI AVER ASCOLTATO TUTTO IL DISCO
…perché c’è davvero l’imbarazzo della scelta. In generale amo i pezzi in cui l’ottima sezione ritmica composta da Diego Pasini al basso e Mattia De Paola alla batteria la fa da padrone, quindi quasi tutti, ma soprattutto Ram Das e la schizofrenica Querela. Poi la follia in tempi dispari di Mario e il ritmo da GIG Tiger di Salamm, canzoni che se fossi la madre di uno degli Actionmen mi farebbero seriamente preoccupare sulla loro salute mentale. E infine l’ironia scanzonata di pezzi come Jack McQuack e Dubai, perdonatemi la romanità, me fa vola’.
Parte 6
IN CUI IL RECENSORE SI RENDE CONTO DI NON AVER DETTO QUASI NIENTE SUL DISCO E CERCA DI RIMEDIARE CON UN PENOSO GIUDIZIO GLOBALE E UN’INVETTIVA ALLA PROTESTA DEI FORCONI INSERITA FRANCAMENTE A CASO
Se questa recensione l’avesse scritta Stanis La Rochelle il suo leitmotiv sarebbe stato che questo disco è “molto poco italiano”, ma la realtà è che è anche molto poco svizzero, mongolo, paraguaiano e compagnia bella. C’è solo un motivo per cui vale la pena di ascoltare Ramadama degli Actionmen, un motivo molto semplice che ABBASSO I FORCONI!!! trascende tutta la serie di sproloqui che si possono fare sull’LP per tentare di ingabbiarlo in uno schema musicale che vi faccia sentire al sicuro dal demone dell’indeterminatezza: non potrà mai capitarvi di ascoltare niente di lontanamente simile nella vita.
RAMADAMA – ACTIONMEN
(Autunno Dischi/Inconsapevole Records/BellsOn Records, 2013)
Disco 1
- Agamennone
- Mario
- Living on my own [cover Freddy Mercury]
- Mirco e Frocele
- Orlando
- Ram Das
- Dubai
- Diosporc
- Mugna latin
- Jack McQuack
- Kebab
Disco 2
- Mugna II
- Turbo Pascal
- Querela
- Mugna III
- Marino
- Franco
- Cantante dei Korn
- Demetrio
- Mugna 45
- Murgia
- Salamm
[youtube=http://youtu.be/8Oiy3kW9KKI]
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