Live report di Skanderbeg
Descrivere un concerto alla Casa del Jazz di Roma non è molto semplice. Pensiamo a un ambiente formale, sale e posti numerati, con scarsa presenza giovanile (falso!), insomma un luogo forse un po’ diverso da quelli solitamente descritti sulla nostra rivista Just Kids. Ma, come spesso accade, le apparenze ingannano: perché giovedì 30 gennaio, in una delle principali location del jazz della capitale, Enrico Zanisi e il suo Trio non si sono limitati all’esecuzione di pezzi standard e arrangiamenti triti e ritriti da “solita serata jazz”. Questo nuovo e intrigante Power Trio ha avuto il coraggio e l’incoscienza di presentare un lavoro che nel panorama italiano si potrebbe definire, cercando di evitare termini compiacenti, innovativo!
Prima tappa di presentazione del nuovo album Keywords, la serata in compagnia di Enrico Zanisi al pianoforte, l’americano Joe Rehmer al contrabasso e Alessandro Paternesi alla batteria, è stata assolutamente incentrata sulla ricerca ossessiva della pace interiore con accelerate inattese, quasi da nevrosi. Lettura soggettiva e intimista, certo, che probabilmente non può essere condivisa appieno da tutti. Un fatto però è certo: Enrico Zanisi, classe ’90, ha un talento che in pochi possiedono. Non diciamo nulla di esagerato, il pianista e il suo Trio hanno ancora strada da fare, ma la facilità e l’agilità dei brani di Enrico sono qualcosa fuori dal comune. Influenze classiche che si sovrappongono a una verve creativa che straborda dal jazz al prog più elitario di Emerson Lake & Palmer. Il tutto però conservando quell’innocenza da ragazzo che sta per diventare uomo.
La tensione all’inizio del concerto è palpabile, il trio ha voglia di spaccare il mondo, Enrico si contorce davanti al piano assumendo posizioni e aspetti iper-concentrati, Joe Rehmer è una statua di sale, preciso e puntuale come un orologio svizzero, Alessandro Paternesi è una continua successione di smorfie e stati d’animo in scia con il brano in esecuzione.
Traumerei, brano estratto dalle Kinderszenen del pianista classico Robert Schumann, Equilibre e Beautiful Lies chiudono la prima tranche di musica. La tensione sembra ancora palpabile quando Enrico alza il suo ultimo dito dal piano. In attesa i musicisti si guardano e un secondo dopo scatta l’applauso estasiato del pubblico. Il ghiaccio è sciolto e il trio riparte alla grande con Au revoir, che regala a tutti una carica così forte che sembra davvero inusuale per il luogo in cui ci troviamo. Un pezzo studiato alla perfezione con un inizio docile e una seconda parte scoppiettante, merito soprattutto della parte ritmica con Rehmer ineccepibile e uno straordinario Paternesi che non suona la batteria, bensì inventa e crea nuove sonorità da effettista percussionista.
Un’ora passata così velocemente che quasi ci dimentichiamo di essere arrivati alla parte finale del concerto. Power Fruits è l’ultima “parola chiave” prima del bis. Un pezzo concepito da Zanisi con tanta irriverenza, in onore dei frutti magici ingeriti dai personaggi del manga One Piece. È proprio così che il viso pulito di questo ragazzo ci ricorda che ha solo 23 anni.
Ce ne andiamo così sereni che decidiamo di comprare il cd. In piedi, di fronte a noi, Enrico scambia sorrisi e strette di mano con tutti, con una cortesia e un calore che ricordano le sue dolci e graffianti melodie…
Photo report di Enrico Ocirne Piccirillo
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