Live report di Skanderbeg
Si è concluso lo scorso 26 marzo l’edizione 2014 di Auora Festival, kermesse di musica elettronica organizzata presso il Circolo degli Artisti di Roma con la partnership di White Forest Records, etichetta molto attiva nel settore della musica fatta con pc e synth. Un festival che si è svolto durante tutti i mercoledì di marzo e che ha ospitato alcuni grandi dj emergenti internazionali tra cui Blackbird Blackbird (USA), Yung Lean & Sad Boys (SVE) e messo in luce alcune nuove piccole realtà dell’underground italiano e romano. Aurora – Nuove Rifrazioni Sonore è stato anche e soprattutto un luogo e un opportunità per tanti gruppi, che hanno avuto l’occasione di confrontarsi e confrontare la propria musica fatta di sperimentazione e ibridazione di suoni e macchine demoniache, prima del main event della serata.
Durante l’ultimo appuntamento del Festival siamo stati favorevolmente impressionati dal duo sintetico Policrom. La formazione romana ha legittimato la sua partecipazione al festival, dopo aver vinto un duro contest, e sul palco ha dimostrato davvero di non essere per caso sul palco dei Circolo degli Artisti. Un sound, quello dei Policrom, che ibrida e unisce ritmi tribali e melodie per nulla scontate che si aprono come ali di gabbiano.
Grovekingsley è stato il secondo artista a salire sul palco. Le sue effusioni musicali ci hanno riportato, come afferma lui stesso, ad alcune emozioni e sensazioni: “Love, clouds, dawn, daze, traffic, bedroom.” Sicuramente uno scossone, un cambio di paradigma immediato rispetto ai suoni dei Policrom. Sul palco, dietro il suo Mac, Grovekingsley è stato padrone di ogni suo gesto e movimento e la sua musica estatica ci ha fatto viaggiare in campi di grano tenero per oltre mezz’ora. La star della serata si è presentata sul palco più o meno alle 23 e 30. Applausi sono scrosciati all’arrivo del canadese Teen Daze, in una sala, lo diciamo a malincuore, mezza vuota. Un’ora di concerto, con ipnotici loop che si contrapponevano a ruvidi ritmi e delicate armonie. Una musica adatta per un risveglio nel bel mezzo delle montagne o all’interno di una baita, con i ceppi che sfrigolano nel caminetto mentre si osservano le pelli d’orso e le corna delle alci, come vuole la migliora tradizione canadese.
Artista attivissimo, già con ben 7 lavori discografici alle spalle, Teen Daze ha basato alcuni suoi lavori sulle basi di racconti e romanzi di C.J. Lewis e nella sue composizioni si ritrovano e riaffiorano elementi dei solitari e impavidi protagonisti dei racconti dello scrittore irlandese. Al prossimo anno, quindi, con la speranza di un’aurora ancora più abbagliante!
Photo report di Enrico Ocirne Piccirillo
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