Di Clara Todaro
Se vai a un concerto per ascoltare buona musica e finisci anche col sentirla, in/con tutti i sensi… Vuol dire che probabilmente hai ascoltato non buona ma ottima musica.
È sabato sera e mi trovo al Testaccio. Solo cinque minuti per trovare parcheggio e alle dieci in punto arrivo davanti al Rising Love. Dentro stanno finendo il soundcheck: riconosco a orecchio la voce inconfondibile di Dola J. Chaplin. Il frontman dei Thee Elephant scalderà il palco ai Leitmotiv, band pugliese che presenta il nuovo album: I Vagabondi. Ciliegina sulla torta infine Leo Pari, il cantautore ormai noto come appartenente alla cosiddetta “Scuola romana”, si esibirà con band al completo e comparsa di Andrea Ruggero al violino.
La serata si sarebbe dovuta svolgere presso la Locanda Atlantide, ma l’improvviso cambio di location mi dà l’occasione di scoprire invece il Rising Love, dove ogni centimetro sulle pareti è pitturato e perfino i muri del bagno riportano scritte e graffiti. Ho avuto tutto il tempo per guardarmi attorno – i concerti non iniziano mai all’orario riportato sulla locandina – le luci da atmosfera sono spente e i maxischermi non proiettano ancora le sequenze di immagini. Nell’attesa usciamo a prendere un caffè lì vicino, giusto due passi più in là dell’ex magazzino che fa angolo con via del Porto Fluviale, questo edificio abbandonato, che gli abitanti del quartiere hanno fatto riempire di murales, è stato appena finito di decorare… Il Testaccio ti parla anche attraverso la sua street art.
Quando rientriamo si accendono finalmente la voce e la chitarra di Dola J. Chaplin; il suo timbro caldo ti catapulta negli anni ’60, quando c’erano i Beatles, anche se stavolta canta accompagnato solo dalle congas e da Sante Rutigliano per qualche coretto. Il palco passa poi ai Leitmotiv e dalle prime due canzoni capisci che ti piaceranno proprio tanto perché sono in una parola: ROCK. Dal vivo questa band ti fa ricordare che si può ancora sperare nel rock vero, che non è ancora morto del tutto. Ad occhi chiusi, Testa di paglia o I vagabondi sono pezzi tosti: bei giri di basso, distorsioni alla chitarra e potenza di braccia e gambe sulla batteria. Ci sono anche ritmi più lenti, ma tutti sempre ben legati e modulati. Non che voglia essere un gioco di parole, ma non è affatto facile capire quale sia il motivo conduttore dei Leitmotiv! La titletrack dell’album chiude l’esibizione con un finale coreografico, grazie alla presenza scenica del cantante: Giorgio Consoli indossa un paio di occhialoni da pilota e interpreta le parole con bravura attoriale… “vagare è resistenza e fa bene alla salute” è così che la band saluta il pubblico. Infine è il turno di Leo Pari, con Costanza Cruillas al basso, Emiliano Bonafede alla chitarra e Filippo Schininà alla batteria. Era da un po’ che il cantautore non si esibiva su un palco romano e sembra che il pubblico capitolino ne abbia sentito la mancanza. Leo Pari passa in rassegna un po’ di canzoni, perlopiù dagli ultimi due album, Rèsina e Sirèna, eccetto un breve salto nel passato col “rap” di Lettera al futuro.
Noi al di qua del palco chiediamo al futuro che la musica bella bella, quella scritta con penne sincere, quella poco passata dalle radio, quella che devi andare a cercarti spulciando tra i link, riesca sempre a trovare un canale per esprimersi. Chi ha qualcosa di vero e interessante da dire, lo deve poter dire. Sempre.
Foto di Amel Tinti