Recensione di Francesca
La fiera del ridicolo, ovvero quello che piace dei Luminal.
La mail d’invito parlava di un listening party al Panificio Danelli, mercoledì 18 marzo alle ore 20.00. Ho letto e riletto quella mail mille volte perché dubitavo fortemente della sua veridicità. Poteva benissimo essere uno scherzo: che ci facevano i Luminal ad un listening party in un panificio milanese, peraltro sotto casa mia? La cosa si faceva intrigante. Un po’ incredule ma abbastanza eccitate, io e Maria Elisa ci avviciniamo al panificio dove una decina di persone (soprattutto ragazze) se ne stavano sedute sugli sgabelli a chiacchierare. Diciamo al ragazzo dietro al bancone (ossia Marco Danelli, dell’omonimo panificio Danelli): “Noi saremmo qui per i Luminal” E lui: “Si, certo… come tutta quest’altra gente!”. E mi offre la prima birra.
La situazione era davvero surreale: tutte queste persone che aspettavano qualcosa senza sapere realmente cosa; in sottofondo, le note cattive dei Die Artwood; il bancone era coperto di bicchieri vuoti e di pizzette. Dopo un quarto d’ora di fatti nostri, i Luminal varcano l’ingresso: si avvicinano al bancone e sembrano increduli e quasi imbarazzati, un po’ come tutti noi. Sembra tutto così incredibile e strano. Alessandra, Carlo e Alessandro indossano subito dei grembiuli da panettiere e vanno anche loro dietro al bancone; sistemano in bella vista cd e magliette; i Die Artwood lasciano il posto al loro ultimo disco Acqua azzurra, Totò Riina. Il tempo di prendere ognuno un bicchiere in mano e l’atmosfera si fa già più familiare, così iniziamo a chiacchierare con loro.
Alessandra si ferma a parlare con noi di Professionale Italia, la prima traccia del disco, che in realtà non è proprio una canzone, ma un mixaggio sclerotico di registrazioni fatte da Alessandro durante i suoi viaggi in treno tra Napoli e Salerno: è un’accozzaglia di voci di venditori ambulanti che recitano i loro inviti all’acquisto in loop, a ripetizione, diventando una litania. Poi cambiamo discorso e Alessandra ci parla di Gli insopportabili, una playlist che ha realizzato qualche tempo fa per deezer.com in cui ha messo dentro tanta roba tra cui Bologna Violenta, Fuzz Orchestra e Ruggine sul versante italiano e Ventre de biche, Grand Blanc e Scorpion Violent per quello francese.
Ci spostiamo fuori per fumare una sigaretta e scambiamo due parole con Carlo (si, è proprio lui il Carlo Martelli autore della rubrica Suonatore d’autobus di Just Kids): gli chiediamo com’è suonare in città e locali in cui non si è mai stati, se non si ha paura di toppare, se si prova la stessa sensazione quando si suona per un pubblico già conosciuto o per chi invece non hai mai visto in vita tua. La risposta è molto semplice e mi fa sentire anche un po’ scema per avergliela posta: quando si suona live c’è sempre il rischio di sbagliare e di non piacere, ma è quello il bello dell’essere musicista; si è pronti a tutto, anche a prendersi dei fischi; altrimenti meglio fare qualcos’altro nella vita. Nel frattempo ci raggiunge Daniele Ilmafio Tortora che, nelle vesti di produttore del gruppo, intima immediatamente a Carlo di smettere di fumare, perché il giorno dopo hanno un concerto al Lo-Fi e se continua così addio voce.
Le birre scorrono insieme alle parole e alle tracce di Acqua azzurra, Totò Riina che battono il tempo di questa serata che continuo a pensare non abbia un vero senso: è tutto fuori luogo, noi, loro, il panificio stesso. È tutto talmente assurdo e incoerente da essere perfetto. I tre corrono dietro il bancone, nella zona forno, per scattare due foto da far girare sul web (ma credo soprattutto per ridersela un po’). S’è fatta mezzanotte e bisogna rincasare. Dopo aver tentato senza successo di convincere i Luminal a fare due foto nel chetapark davanti al panificio, la serata si conclude con una discussione interessante quanto profondamente intensa e carica di umanità con Alessandra, tutta incentrata su gastrite e mal di stomaco: quanto influiscono le madri con i nostri problemi gastrici? E soprattutto, il Gaviscon fa davvero effetto?
PS: ringraziamo Marco Danelli che ci ha regalato circa 2 Kg di focaccia per sostenerci nel nostro ritorno a casa. La focaccia è stata molto apprezzata, da noi e da tutti gli affamati che abbiamo incontrato per strada.
Foto di Maria Elisa