Recensione di Francesca Vantaggiato
¡Que Viva Mexico!
Old style e cazzuto, l’ultimo disco dei Los Fuocos mi piace un sacco. Le 11 tracce di Mexico trasudano di quella genuinità ed energia da cui sono stata travolta quando li ho visti suonare a Lodi alla serata Compensando: idee semplici, assoli ben piazzati, ritornelli azzeccati e un potente senso di forza e compattezza. Mexico inizia con We live against e con un riff di chitarra trascinante: ti viene voglia di ballare e di urlare insieme a loro SI, ANCH’IO VIVO CONTRO! Poi si passa poi a How old is the world che si apre con delle percussioni quasi tribali che spianano la strada ad una chitarra folk che un po’ ti disorienta: sicuri che siano sempre i Los Fuocos? Ebbene si, lo capisci dalla voce un po’ strozzata di Pado, cazzuta anche quando ti si presenta in una canzone più melodica. E poi quando senti quel UAH! al minuto 2’20” non hai più dubbi: i Los Fuocos si lanciano in un riff tosto, in un ritornello accattivante e irresistibile che ti acchiappa nel sound.
Loose, la terza traccia, inizia sempre con quel bel sano UH! che già ti carica: basso e batteria qui la fanno da padroni, accompagnati sempre da una chitarra sorniona che sa quello che fa. Youth of today è in pieno stile QOTSA, rallentata e carica, con una voce che urla e s’infiamma: deve essere un delirio sentirla suonare dal vivo. Anche in Gimme Music il basso è determinante, anche se la canzone resta scarica rispetto alle sue 10 sorelle. In What’s wrong with me ritorna l’arpeggio folk e la batteria cadenzata di How old is the world, ben mescolate a coretti stile 70’s che rendono la canzone molto orecchiabile anche da chi ha gusti più soft. Perfection è una bomba: ti si scaglia addosso subito come una scarica di cazzotti, con una bella schitarrata incazzata e un urlato che ti spettina!
Modern man ballad ha un buon mordente, ma ricorda troppo e troppo immediatamente tutto un universo di canzoni, schitarrate e entrate di basso già sentite (dai ’70 in poi). Ci si ripiglia con The third world for rock and roll, che unisce all’ironia un bel casino di batteria e il coro testosteronico FOR ROCK AND ROLL! Ma non ho mai amato gli stacchi lenti, quelli che servono per dare respiro e creare suspence prima del gran finale, anche se il gran finale qui c’è eccome. Al minuto 2’25” parte un assolo alla Renegade che ti devasta! (e per Renegade intendo il film Renegade – Un osso troppo duro con Terence Hill, 1987). Chiudono Mexico due brani dal basso pesante e dal suono orecchiabile: Your voice is noise (tutti noi abbiamo qualcuno a cui vorremmo dedicarla) e Leave the lights off (idem).
Roba tradizionale e di sostanza insomma, quella che non ti stanchi mai di ascoltare. Niente fronzoli o paraculate, solo del rock sanguigno e genuino, proprio di una band che macina chilometri su e giù dai palchi ma che sa quello che fa perché lo ha imparato bene dai grandi maestri (Hellacopters, Foo Fighters, MC5). Bravi.
CREDITS
Los Fuocos sono: Pado (Lead Vox & Guitar); Den (Back Vox & Bass); GG (Back Vox & Guitar); Frank (Drums). Disco Autoprodotto. Produttore: Angelo Roberti. Studio: Mizkey Studio (Lodi). Ospiti: Enzo Carozza, Sam Ranieri, Niccolò Cagnoni, Andrea Belloni. Layout: Marco Padovani. Inlay Picture: Antonio Invernizzi. Supportato da: DIY Music
MEXICO – LOS FUOCOS
(Autoprodotto, 2015)
- We live against
- How old is the world
- Loose
- Youth of today
- Gimme music
- What’s wrong with me
- Perfection
- Modern man ballad
- The third world for rock and roll
- Your voice is noise
- Leave the lights off