C’è scritto “ FINE ”, ma in realtà è l’inizio. Di una nuova prospettiva artistica, di una nuova visione, musicale certamente, ma anche di se stesso. La fine dei vent’anni è il primo disco di Motta, ma non di Francesco, una delle anime e la penna che ha vergato le parole con cui i Criminal Jokers, in due dischi, hanno espresso in maniera elettrica e vitale l’urgenza dei propri vent’anni.
Poi il tempo scorre, le esperienze si accumulano, i punti di vista si spostano, leggermente, e fanno emergere altri suoni, altre parole, adeguate al momento artistico ed umano vissuto da questo straordinario musicista. La versatilità è cosa che non manca a MOTTA, polistrumentista prezioso che ha prestato negli anni la propria capacità a una Signora del Rock come Nada (con lei al basso, alla chitarra e ai cori), ai Pan del diavolo (qui alla batteria, e in piedi), agli Zen circus (come tecnico del suono) e a Giovanni Truppi (alla chitarra e alla tastiera). Su La fine dei vent’anni decide finalmente di metterci la faccia e il cuore. Non solo il cognome. E per questo cambio radicale di direzione, chiama a sé Riccardo Sinigallia, tra i migliori produttori ed autori italiani, persona dalla sensibilità e dalla visione adatta ad un disco vario ed eclettico come questo.
Questo disco è forse la scoperta dell’età adulta, il racconto della crescita umana e musicale di uno dei più talentuosi artisti italiani che accetta di mettersi a nudo e raccontare se stesso, i suoi affetti, la sua vita e quella della sua famiglia. Lo fa utilizzando un tappeto di suoni e colori vastissimi, impossibili da racchiudere in una definizione. È canzone d’autore, sì, ma è anche pop. Non rinuncia all’impatto e alle asperità del rock, ma guarda in direzioni e mondi diversi. Non segue un modello preciso, non cerca di rifarsi a una tradizione, preferisce mischiare con orgoglio tutte le sonorità con cui è cresciuto e dare vita a un insieme per certi versi unico e fresco.
La produzione di Riccardo Sinigallia (anche co-autore di alcuni brani) enfatizza e al tempo stesso addolcisce le asperità vocali di Motta che nel disco suona, sparsi nei brani, chitarra, basso, batteria, tastiere. A lui, in studio, si aggiungono alcuni dei migliori musicisti su cui una produzione possa contare: Cesare Petulicchio (BSBE – Bud Spencer Blues Explosion), Andrea Ruggiero (Operaja Criminale e mille altri), Laura Arzilli, Lello Arzilli, Andrea Pesce, una leggenda come Giorgio Canali, Maurizio Loffredo, Guglielmo Ridolfo Gagliano (Paolo Benvegnù, Negrita) e Alessandro Alosi (Pan del diavolo).
Un disco solista, quindi, ma tutt’altro che realizzato in isolamento. La fine dei vent’anni è il collettivo che si mette a servizio del singolo e dell’arte. Come dovrebbe accadere sempre quando si scopre che diventare adulti è in realtà molto diverso dall’invecchiare.
[youtube]https://youtu.be/VZvVig_6Imk[/youtube]
Per l’ascolto live de La fine dei ventenni è già in previsione un tour:
08-apr Pisa Deposito Pontecorvo
09-apr Trieste Teatro Miela
15-apr Pistoia H2No
16-apr Roma Quirinetta
20-apr Milano Magnolia
22-apr Genazzano (RM) Fuochi nella notte
07-mag Bologna Locomotiv
13-mag Seregno (MB) Tambourine
20-mag Brescia Lio Bar