di Fausto Del Prete
Sono tornati sulle scene a distanza dopo qualche anno e un primo EP dagli ottimi presupposti. Ora finalmente il disco d’esordio Tuffo uscito per V4V Records. Lasciatevi prendere per mano dai Mary in June.
Tuffo è di fatto il vostro primo disco ma la storia dei Mary in June nasce qualche anno prima. Ci raccontate com’è andata? Ebbe inzio tutto nel 2011 quando alessandro scrisse i primi pezzi di Ferirsi (2012) e cercò dei musicisti per suonarli e arrangiarli.
Mary alla fine venne alla luce e iniziò sin da subito e muovere i suoi primi passi infatti, ad aprile pubblicammo il primo EP Ferirsi. Il lavoro venne accolto positivamente dai blogger e dalle webzine e alla fine riuscimmo a ricevere ottime critiche. ricordiamo che uno dei primi a postare In fondo al mare fu Jacopo di Legno il che fu per noi una sorta di benedizione. Ne segui un’attività live intensa e a fine 2013 arrivammo sotto la montagna da cui ci saremmo tuffati oggi!
I testi, non solo la profondità e l’ermeticità, ma anche la ricercatezza delle parole che utilizzate sono a mio avviso una peculiarità importante del disco. Come avviene il processo della scrittura dei testi? I testi li scrive Ale in seguito ad immagini ed emozioni che la vita di tutti i giorni gli trasmette. una volta buttata giù una melodia si va in sala e si comincia ad arrangiare il brano. La cosa interessante è che i testi ci vengono raccontati per permetterci di entrare a pieno in essi e provare a vivere le stesse emozioni che hanno spinto alessandro a scriverli.
Sono anche rimasto colpito dalla ricercatezza visiva dell’artwork di Tuffo. Seguite sempre voi direttamente anche questo tipo di aspetto? Fino all’ artwork di tuffo cercavamo di sfruttare ale, grafico di professione, per tutta la parte visiva e di promozione del gruppo. Per quest’ ultimo disco ci siamo affidati a Francesca Pignataro che oltre ad essere una grande amica è una professionista top! Ha voluto anzitutto capire cosa fosse per noi il “tuffo” per poi proporci delle immagini su cui avrebbe lavorato ed eccoci qui, tutti con la testa nel vaso!
[youtube]https://youtu.be/Pd_EuXRexk4[/youtube]
Questo disco ha visto la collaborazione di Giorgio Canali che risalta all’occhio per lo spessore e la storia del personaggio. Avete un aneddoto simpatico da raccontarci in merito? E’ sempre un piacere avere Giorgio Canali accanto, il suo modo di fare genuino e diretto ci ha sempre messi a nostro agio forse anche troppo.
Un giorno era luglio, faceva caldissimo e stavamo registrando le voci. Giorgio Canali comunicava con Ale attraverso il microfono della regia e durante la melodia di un brano uscì di scatto dallo studio dicendo “Ma chi me lo ha fatto fare!” e intanto girava in tondo in cortile fumando le sue camel gialle rigorosamente senza filtro. “Giuro a me stesso che questi sono gli ultimi, ma chi me lo fa fare” e ha continuato così per altre tre sigarette.
Ovviamente non abbiamo potuto riportare tutte le espressioni auliche che utilizzò per condire il suo sfogo e probabilmente saremo davvero l’ultimo gruppo con cui collaborerà Canali. Ti abbiamo venduto uno scoop anche se non crediamo che questo avvenga. Non ricordiamo niente di più simpatico mi sembra evidente ma è stato bello vederlo smadonnare più del solito.
Esiste secondo voi in Italia una scena rappresentativa del vostro sound e in cui vi riconoscete? Sicuramente c’è una scena rappresentativa ci vengono in mente i Gazebo Penguins, i Riviera, i FBYC, i Raein, i Lantern, i Nient’altro che macerie etc..
In Tuffo però ci sono diverse sfaccettature che si allontanano poi tantissimo dai gruppi sopra citati noi ovviamente non ascoltiamo solo un genere.
Invece ci sono delle band internazionali a cui vi siete ispirati o con cui vi piacerebbe condividere il palco? I gruppi internazionali che ci entusiasmano sono gli Alt-j, Tame Impala, gli America’n football, Chet Faker per le sue contaminazioni elettroniche, James Blake , Beirut, Four Tet , Foals, Arcade Fire, Crash of Rhinos. Sicuramente aprire un concerto degli America’n football sarebbe emozionante.