di Gabriele Galloni/Redazione
Giordano Sangiorgi non è “soltanto” il patron del MEI ma un nome che da 20 anni è sinonimo di garanzia nell’ambito musicale italiano: a una vita dietro le quinte (anche) dello storico Meeting delle Etichette Indipendenti si aggiunge la sensibilità nei confronti della Cultura Musicale a 360°.
Sensibilità che Sangiorgi e soci hanno sempre espresso, supportando editoria ed etichette indipendenti, dando lustro all’ambito del videomaking e spazio agli emergenti, mostrando lungimiranza scovando astri nascenti e nuove tendenze lavorative nell’approccio alla discografia 2.0.
Questo e tanto altro nell’intervista in cui abbiamo chiacchierato di @nuovoMEI2016.
Da quali esigenze è nato il MEI?
A metà degli Anni Novanta quello di riunire insieme i primi produttori discografici indipendenti della prima ora della nuova scena indies insieme ai loro artisti e promoter per farne un momento di promozione e valorizzazione, incontro e confronto.
Di un mercato (e di un ambiente) discografico in crisi si è detto sempre molto. Quanto funziona ancora fare rete dal vivo, come avviene al MEI?
Fare rete fa sempre bene, se si pensa che ci sono meno risorse e meno spazi e le piattaforme on line si appropriano dei contenuti musicali pagandoli pochissimo. In genere i progetti che funzionano meglio sono proprio quelli che hanno con loro una rete di relazioni e collaborazioni ricca, competente e piena di passione.
#NuovoMEI2016: c’è una nuova urgenza espressiva dietro questo hashtag?
E’ la definitiva fine del mercato del cd fisico per avventurarsi nel mercato della musica on line, che sarà strategico nei prossimi anni per gli indipendenti e gli emergenti. Non a caso è in mano a soli otto marchi multinazionali globali che si tengono tutto il fatturato.
MEI è un contenitore enorme, non solo di eventi e manifestazioni, ma anche di entità. Tra queste spiccano AUDIOCOOP e la Rete dei Festival. Ma non solo. Cosa fanno e, soprattutto, come collaborano?
La prima lavora per fare ripartire i diritti ai piccoli produttori discografici con grandi difficoltà in un mercato che ha regole valide per grosse strutture e per chi ne occupa per fare solo business, ma ci riesce. Abbiamo portato risorse a 185 produttori discografici piccoli, ossigeno vitale per loro. Mentre la Rete dei Festival, che cerca da tempo un riconoscimento istituzionale, è una fitta rete di rapporti e sinergie tra un centinaio di contest e festival in Italia che portano a Faenza i vincitori dell’ultima edizione così da poter avere dal 23 al 25 settembre la piu’ grande vetrina della nuova scena emergente italiana e tastare il polso alle novita’ musicali delle nuove generazioni.
Quale novità dobbiamo aspettarci quest’anno? Gli Stati generali del giornalismo sono interessantissimi.
Sì, sarà una due giorni di fuoco tra più di 100 giornalisti che hanno aderito in massa a questa proposta che ha sovvertito l’ordine tradizionale di un festival. Qui prima abbiamo fatto un evento, attesissimo, dai giornalisti, mai fatto prima in Italia, e dopo gli abbiamo costruito intorno il progetto musicale. E’ un Forum da non perdere.
Si parte, anzi, si riparte da Lucio Battisti. Una scelta che a me non sembra affatto casuale, vista e considerata la centralità che il cantautorato ha nuovamente assunto in questi ultimi anni…
E la centralità che ha assunto Lucio Battisti per i giovani artisti emergenti. Molti lo citano sempre come fonte di ispirazione. Per un artista prematuramente scomparso 20 anni fa con dischi capolavoro di 40 anni fa che, per volere della vedova, non vengono promossi in alcun modo, significa essere riuscito ad arrivare alla terza generazione solo attraverso il passa parola. E’ segno di una musica immortale, da grande artista classico popolare italiano del Novecento. Merita di trovarsi dedicato tutto un nuovo MEI dei giovani.
Il MEI ha anticipato di anni eventi come il Primavera PRO, per format e programmazione. La fortuna del cugino spagnolo è legata a uno dei Festival più grandi del mondo. Credi che il MEI potrà in futuro svolgersi all’interno di un festival italiano (seppur non si abbia la portata di pubblico della Catalogna) o continuerà a fare i suoi bei numeri in termine di partecipazione sempre a Faenza?
Sul futuro del Mei concluso l’iter dei 20 anni e aperto la nuova strada del #Nuovo Mei non saprei se non la inderogabile necessità, che sta avvenendo, di passare il testimone ai giovani. Celebriamo i 20 anni del MEI infatti sabato 24 settembre con un grande concerto gratuito di Daniele Silvestri, che venne ai primi Mei allo stand con la sua indies Panama, proprio per celebrare la crescita della musica indipendente. Un simbolo emblematico. Sarebbe bello fare in Italia, tutti insieme, facendo squadra, se si lasciassero da parte i localismi e i narcisismi personali, un grande festival capace di entrare negli itinerari dei festival internazionali della nuova musica. Ma servirebbe anche un territorio votato per ideali a ospitarlo con risorse e supporti.
Per concludere: tre parole d’ordine per descrivere questo #NuovoMEI2016?
Ci provo: giovane, digitale, di qualità (e aggiungiamo innovativo).
Il #nuovoMei2016 si svolgerà il 23, 24 e 25 settembre a Faenza.
Tutte le info e il programma completo del Meeting su www.meiweb.it e qui sulle nostre pagine.