Intervista di Francesca Vantaggiato
Forse non lo sapete, ma esiste una comunità di fans dei Blink 182 che rasenta il concetto di famiglia. Io l’ho scoperta qualche tempo fa, per caso. Era sabato sera e guardando sull’internet cosa c’era da fare in giro, scopro che allo Spazio Ligera c’era questa serata, la Family Reunion Part V: la fan page italiana dei Blink 182 aveva organizzato una sfilza di concerti in onore dei Blink 182, con band che avrebbero suonato dalle 18.00 a notte fonda. M’è salita la gran curiosità di scoprire di cosa si trattasse: diciamo che mi si è risvegliato lo spirito da ricercatrice sociologica! La scena che mi si è parata davanti era impressionante: decine di persone tra i 15 e i 35 anni ammassate nel sottoscala del Ligera, a cantare e saltare e pogare nonostante l’afa micidiale che solo chi è stato al Ligera può conoscere! Sul palco si sono alternati Odi Acoustic, Melody Fall, Why Everyone Left e The Marvels che hanno trainato il pubblico fino allo sfinimento. Persino i miei amici trentenni si sono scatenati, dando sfogo alla loro anima pop punk che credo fosse assopita da almeno dieci anni (ci sono cascata anch’io, considerando che andavo in giro a soffiare bolle di Crystal Ball)! Quello che più mi ha colpito, oltre al fatto che ci fosse così tanta gente e che si sentisse un’atmosfera davvero familiare, era l’età dei partecipanti fortemente al di sotto dei 20 anni. Volevo saperne di più, indagare il fenomeno, così ho chiesto ad Elisa e Vladi (i due organizzatori della serata, nonché amministratori della fan page), di scambiare due chiacchiere. Così nasce questa intervista, registrata sul marciapiede di Via Padova.
Come mai i Blink 182 hanno una comunità di fans così grande e forte?
Vladi (V.): Perché la musica dei Blink offre un’esperienza di vita completa, negli anni hanno imparato a scrivere ottime canzoni che, per quanto sembrino semplici e immediate, sono studiate in maniera approfondita, uniscono numerosi elementi che nel complesso ti colpiscono. C’era Tom DeLonge che era la spinta progressista della band, con i suoi riff che ti entrano in testa e ci rimangono, Mark Hoppus con i suoi testi splendidi con cui è facile relazionarsi, e poi Travis Barker che innalza tutto ad un livello superiore. In tanti ci scrivono sulla fan page stupiti del fatto che i Blink 182 abbiano una canzone per ogni loro stato d’animo!
I Blink hanno fatto il botto tra fine ’90 e inizio 2000, ma poi la loro carriera è rallentata e sono un po’ scomparsi dalle scene, eppure voi e tutta la vostra community ancora li seguite appassionatamente. Come mai?
Elisa (E.): Per nostalgia, credo. Come la nostalgia degli anni passati, quella dei coscritti che si ritrovano dopo tanto tempo per rivivere quei momenti che ormai sono andati, tipo l’adolescenza.
Se si tratta di questo, di nostalgia, allora stasera ci sarebbe dovuto essere il pienone di trentenni e quarantenni che hanno ascoltato i Blink durante l’adolescenza, e invece c’erano decine di ragazzini giovanissimi, anche under 18! Come ve lo spiegate?
V: Io direi che i Blink hanno saputo interpretare benissimo un’era, e forse questo spiega la nostalgia. Però sono comunque attraenti anche per i giovanissimi perché, anche se passano gli anni, resta invariato il loro spirito allegro e spensierato, proprio dell’adolescenza.
Come ci arrivano i giovanissimi di oggi ai Blink 182? Io ci sono arrivata perché quando è esploso il fenomeno Blink ero un’adolescente…
E: Ci arrivano tramite altre band, come i Man Overboard, una delle nuove band pop punk che si ispira proprio a loro, infatti Man overboard è il titolo di un singolo dei Bink. La maggior parte delle band pop punk del momento sono passate per i Blink, per cui se li ascolti, ci caschi anche tu!
V.: Nel 2010 c’è stata un’esplosione di queste band, perché il pop punk va molto ad ondate. Ce n’è stata una tra la fine degli anni ’90 e inizio 2000, poi è tornato in voga tra il 2004 e il 2006 con sfumature EMO, e poi è tornata nel 2010.
Ma la sfumatura EMO, ad esempio, non ha molto a che fare con i Blink 182, o sbaglio?
V.: Questo è discutibile! Il loro singolo più conosciuto è I miss You, oltre a All the small things, ed è una canzone EMO a tutti gli effetti! Forse è brutto imporre delle etichette, ma a conti fatti…
Avete mai incontrato i Blink 182?
E: Io ho incontrato Mark l’anno scorso a Venezia ed è stato molto bello! Siamo andati lì perché sapevamo che avrebbe alloggiato in città. Lo abbiamo aspettato e quando lui è arrivato ed ha visto che c’erano dei fans ad attenderlo è stato molto carino con noi,, si è fermato a chiacchierare, ha risposto alle nostre domande, abbiamo girato anche un video. Per farti capire, io sono abbastanza timida, quindi mentre facevano questo video io ero in disparte. Mark mi ha tirato dentro all’inquadratura per farmi partecipare!
Parliamo invece della fan page Blink 182 Italia e di questa serata che avete organizzato, la Family Reunion Part V. Come avete scelto le band?
V: Noi puntiamo sempre al meglio, pensando a cosa il pubblico vuole vedere, così come sulla pagina cerchiamo di pubblicare notizie che possono essere interessanti per i fan. Poi, sai, noi siamo una comunità e finiamo per conoscerci a vicenda, perciò è facile capire quali sono le band che piacciono di più!
Questa attività di amministratori della fan page, così come l’organizzazione di concerti, vi frutta qualche guadagno?
V: Guadagno zero! Abbiamo una cassa della fan page che serve per realizzare la Family Reunion una volta l’anno. I fondi che entrano durante queste serate vengono poi riutilizzati a loro volta per la seguente Family Reunion. A noi amministratori entrano zero euro!
Quindi si tatta di puro volontariato! Vi piacerebbe farlo come lavoro?
E: Vedendo il successo di stasera, mi dico che sarebbe bellissimo poterlo fare per vivere. Ma quando senti la stanchezza accumularsi e il peso delle responsabilità su te stessa, mi dico che forse non ce la farei a farlo come lavoro!
V: So che sarebbe bello concludere l’intervista dicendo “si, mi piacerebbe tanto farlo come lavoro” ma no, non lo farei mai! C’è una parte di me che dispiego nel corso degli eventi legati alla fan page dei Blink, ma poi c’è un’altra parte di me che non c’entra nulla con questo contesto ed è quella che voglio sviluppare nel mondo lavorativo.
Ma allora, perché lo fate?
E: Per la nostra passione per la musica in generale, e per i Blink in particolare!
In conclusione, cosa hanno rappresentato i Blink 182 per voi due?
E: Domanda difficile la tua! Io ho sempre pensato di essere influenzata dagli altri, fin da piccola. I Blink 182 sono stati la prima cosa che ho scelto da sola, per me stessa, indipendentemente dal volere degli altri, una scelta su cui nessuno mi ha influenzato. Diciamo che è stato il mio primo atto di ribellione fatto a 13/14 anni.
V: Per me i Blink hanno rappresentato la mia identità per un lunghissimo periodo. Uno dei loro pregi è proprio quello di essere approachable , relatable: ci si identifica con loro facilmente, perché sono 3 semplici ragazzi che si divertono suonando, e chi non vorrebbe essere così?! È facile identificarsi con la band e costruire la propria identità guardando a loro, così diventano parte di te, della tua personalità… e, per quanto mi riguarda, non se ne sono ancora andati!
Resteranno ancora per molto nelle vostre vite?
V: Certo! Come si dice: Blink 182 life. For life!