Recensione di Nicola Buonsanti
Amazing game è il primo album strumentale del maestro Conte, pubblicato su Decca ed uscito in tutto il mondo il 14 ottobre.
Nulla di nuovo sì, ma nemmeno nulla di scontato. Un disco chiuso nel cassetto per 25 anni, come spiega lo stesso Conte, poi ritrovato intatto senza nemmeno un granello di polvere.
Vecchie registrazioni, impeccabili e che mostrano lo stato di grazia e tranquillità creativa che l’avvocato ha vissuto proprio negli anni ’90 e che finalmente hanno visto la luce.
L’album si presenta come una raccolta di temi e brani, alcuni dei quali appaiono quasi inconclusi altri invece sviluppati e mai pubblicati.
Poi un giorno arriva la Decca e decide di mettere ordine negli scantinati dell’avvocato astigiano, che da buon collezionista di dischi classici e Jazz anni ’30, alla Decca non ha potuto proprio dire no.
Sulla soglia degli ottanta e con alle spalle 15 album nei quali ci ha abituati a tutto, questa raccolta si presenta come una sintesi di tutto quello che il genio ha partorito durante la sua lunga carriera. Un modo per spiegare la sua complessa Opera e permettere di elogiare la sua estetica e gusto musicale sempre cosi efficace e seducente, cosi arrogante ed elegante, angosciante e profondo allo stesso tempo.
Non un album a tema, ma solamente 23 composizioni scelte a caso, chissà tra quante, e pubblicate senza un filo logico apparente. Dentro la libertà concessa ai suoi musici è evidente e diventa bellissima proprio per la sua matrice improvvisata. Il brano FFFF, ad esempio, riassume a pieno il concetto.
Alcuni dei brani erano stati realizzati per colonne sonore di pièce teatrali, Maltese di Pratt, o per musicare poesie di Montale. Una veste, quella del compositore su commissione, nuova, ma che non stupisce più di tanto proprio per la capacità che la sua musica ha di suggerire suggestioni visive e cinematografiche. L’unica eccezione alla scaletta strumentale è il brano Changes all in your arms, dove le voci delle sue veneri nere riconducono allo stile Razmataz.
Un album che riassume un po’ tutto il 900 insomma, secolo del quale Conte si fa portavoce da tempo.
Jazz orchestrale, valzer, lente milonghe, charleston, temi classici e tutto quello che Conte ha da sempre saputo essere.
PAOLO CONTE – AMAZING GAME
(Decca, 2016)
01. Pomeriggio Zenzero – (04:24)
02. F.F.F.F. (For Four Free Friends) – (06:10)
03. En Bleu Marine – (01:32)
04. Song In D Flat – (01:56)
05. P.U.B.S.A.G. (Passa Una Bionda Sugli Anni Grigi) – (04:11)
06. Amazing Game – (04:38)
07. Zama – (01:25)
08. À la provençale – (01:08)
09. Serenata Rustica – (02:00)
10. La Danse – (01:43)
11. Zinia – (04:38)
12. The Bridge – (00:59)
13. Largo Sonata Per O.R. – (04:29)
14. Fuga Nell’Amazzonia In Re Minore – (05:26)
15. Sharon – (01:59)
16. Tips – (01:45)
17. Rumbomania – (01:57)
18. Mannequins Tango – (02:23)
19. Novelty Step – (01:42)
20. La Valse Fauve – (02:09)
21. Gli Amici Manichini – (01:49)
22. Changes All In Your Arms – (04:02)
23. Sirat Al Bunduqiyyah – (04:07)
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