di Gustavo Tagliaferri
Monique Mizrahi, in arte Honeybird, nativa di Los Angeles, non è una musicista come tanti. I più se la ricorderanno per la sua militanza con Honeybird & The Birdies (Paola “P-Birdie” Mirabella e Federico “JolkiPalki” Camici) ed in particolare la rivelazione avvenuta grazie all’album “You Should Reproduce”, del 2012, oltre che la partecipazione al concerto del 1° maggio di Piazza San Giovanni dell’anno successivo. Da qualche anno l’artista vive a Brooklyn, sua nuova residenza, ma non ha certamente smesso di partorire nuovo materiale e di imbracciare il fido charango, compagno di tante avventure. Da allora fino ai giorni nostri hanno difatti visto la luce i Monas (Gigi “Funcis” Dalle Carbonare e Gioele Pagliaccia), sua nuova band di accompagnamento, e nel frattempo ha vestito i panni il quinto membro in sede live della formazione di Pordenone Tre Allegri Ragazzi Morti, nel corso del tour della recente fatica “Inumani”. Quello che segue per Just Kids è un mini-resoconto delle sue ultime fatiche…
RECENSIONE – Honeybird – Out Comes Woman
I Birdies non ci sono più, almeno per ora. I Monas sono in procinto di nascere, o forse già sono sulla Terra. Un disco di transizione può essere inteso in tanti modi, specie quando il proprio stadio evolutivo di artista, nella fattispecie una donna, è tale da portare a scegliere come nuova sede centrale Brooklyn, e “Out Comes Woman” ne rappresenta un esempio lapalissiano: per Monique Mizrahi, in arte Honeybird, ciò è solo la punta dell’iceberg, essendo lei, in un ambiente vasto come quello nostrano, un felicissimo caso a parte dall’animo, forse, più eclettico che mai, a giudicare dalle tracce risultanti e dal coraggio, dalla forza d’animo e dall’orgoglio per se stessi alla loro base. Qualcuno lo chiama “coming out”, più di qualcun altro, tanto l’artista quanto un team di produzione europeo a tutti gli effetti, trova un’analoga risposta in un repertorio che del passato mantiene soprattutto l’andamento del fido charango, sospeso tra una Sicilia cara ai passati colleghi vista in chiave prog 70’s in quel di Ypsilon e la freschezza francese di Je Suis Désolèe, ma del presente lascia che ad emergere siano i battiti cadenzati di una soffusa TMBLGBT, tinte sperimentali di un rock che si irrigidisce nel crescendo a mò di elettronica di You Think I’m Single, saudade e spoken word in quel di Angola, lo scatenato meltin’ pot tra funk e no wave che si intromette nella prettamente pop Must Get To You, se non tra venature crossover ed una certa sofisticatezza alla base di Please Mona Please e tra samba e punk per quanto riguarda Ex-Speariment, il mistico dream pop di Wanted In Wanted Out, uno dei fiori all’occhiello del lotto, facente pendant con una cupezza spazzata gradualmente via in quel di Good Job, prossima ad un’esplosione di fiati tra il gospel ed il funky, se non i mantra di accompagnamento, che dall’elementare ed irresistibile Come Out arrivano ad uno zenith, quella Look After Me, che lascia che a convivere siano maestosità ed intimità, Occidente ed Oriente, prog, jazz ed atmosfere eteree. Fatti che dimostrano come “Out Comes Woman” sia un lavoro imperdibile, emblema di un universo personale in continuo divenire, cosa di questi tempi più che gradita, che ci si trovi o meno in solo.
Out Comes Woman
(Duckhead Green Music, 2015)
1. TMBLGBT
2. Must Get To You
3. Ypsilon
4. Wanted In Wanted Out
5. Ex-Spearmint
6. Come Out
7. Serpente
8. You Think I’m Single
9. Good Job
10. Je Suis Désolée
11. Please Mona Please
12. Angola
13. 88 Bi Dead Chickens
14. Look After Me
RECENSIONE – Honeybird & The Monas – WM E.P.
Era solo questione di un attimo, evidentemente. Gli alieni erano già in viaggio e l’approdo verso un altro pianeta, tanto l’ipotizzato pianeta rosso quanto, magari, la Terra, nella fattispecie, come obiettivo, la Brooklyn divenuta attuale parte integrante della diretta interessata, non avrebbe impiegato così tanto tempo. Gli alieni sono i Monas, la loro navicella il charango, “WM” il nome in codice, Gigi “Funcis” Dalle Carbonare e Gioele Pagliaccia i rispettivi depositari. Solo un E.P., ma già dalle prime note una felicissima dimostrazione di come Monique “Honeybird” Mizrahi, con il suo nuovo percorso, abbia le idee sempre più chiare ed intenda portare a compimento quel percorso di rivelazione già svelato con l’ottimo “Out Comes Woman”. A dimostrarlo sono la seducente ed allucinata dichiarazione a mò di spoken word sospesa tra rumorismo, jazz soffuso e scosse electro di Sono donna, dove a fare la differenza sono tanto il basso della Mizrahi quanto la batteria di Pagliaccia, senza per questo mettere da parte il fido charango, che svolge la funzione di terzo braccio attraverso cui evolvere il proprio suono in una frenesia che più che al jazz-core tende ad una folle samba a tutto tondo imbevuta di misticismo, quella di La voglio baciare, e a sua volta di fautore di una mistura folkeggiante di dissonanze, quella che man mano vien mostrandosi in quel di Bend, portando con sé giusto qualche accenno di art rock, oltre che le follie manipolatrici di Funcis situate sugli spalti. Danze che ben si chiudono con la sinergia di Under The Moonlight, espedienti funk che risultano pienamente realizzati una volta fusosi con un turbolento spirito tribale facente da padrone. Come ogni disco legato a Honeybird, “WM” non sarà probabilmente di facilissima assimilazione, ma rappresenta l’ennesima conferma di come l’artista sia sempre e comunque assai portata a livello di varietà e versatilità, con qualsivoglia formazione. I Birdies sono morti, lunga vita ai Monas!
WM E.P.
(Duckhead Green Music / Sci-Fi DIY, 2016)
1. Sono donna
2. La voglio baciare
3. Bend
4. Under The Moonlight