Recensione di Gustavo Tagliaferri
Come un esame cardiocircolatorio che esce dalle classiche tecniche adoperate in ambito di medicina, perlomeno se accompagnato da un approccio di forte rilevanza come quello con una sei corde. Il risultato, con o senza microscopi e raggi X, è amore. Amore che trasuda da ogni poro, amore che sanguina in maniera sempre più violenta attraverso dieci brani colanti ognuno una distinguibile intensità, quasi a voler sottolineare una fase che si fa strada dietro l’altra, e proprio per questo amore lontano da come lo si conosce. “Bloove”, per l’appunto: uno spunto ideale per i romani Last Movement e per l’esordio in esame, la cui apparente osticità viene dissipata da un continuo e graduale coinvolgimento a livello generale. Il progetto di Antonio Mauro riesce nell’intento, caratterizzato da anni di alacre lavoro, tanto sulle composizioni quanto sul gruppo, di fondere più influenze dando luogo ad un suono proprio, godibilissimo e, per certi versi, degno di essere considerato internazionale. Ad avere grande voce in capitolo sono tanto la voce di Nuri Lupi (già Vanity) quanto lo shoegaze e la psichedelia, sonorità il cui ruolo è fondamentale nel primo caso nel nervoso incedere di una Hollow Party dalle tinte quasi spettrali, ma anche in Floating Islands, con le sue improvvise impennate, e nel secondo caso in occasionali coesioni tra la Seattle dei primordi, devozioni tipiche dello stoner e persino qualche isolato eco effettistico 70’s, come denota l’excursus di Shadow. Al contempo non vengono assolutamente meno le radici wave, la cui corrente assume un ruolo altrettanto rilevante in Your Icon, le cui chiose spericolate, sferzanti, forsennate non disdegnano ispirazioni dreamy, secondo un’ossatura che si irrobustisce all’avvento di Escape High, cavalcata dalle connotazioni lievemente retrò, e delle soffocanti ed occasionali tinte noise che fungono da contrasto in quel di Sleepwalking, marcate come sono anche dal drumming di Misa, prima di alleviarsi attraverso istantanee malinconiche, di primo acchito sopite, riscontrabili in New Love e soprattutto in Feel Like You, che ben si accompagna a situazioni maggiormente eteree e sospese già evinte dal sopito excursus di Forces; tutte peculiarità di un tragitto che raggiunge lo zenith grazie alle vibrazioni heavy, tra lo spaziale ed il desertico, di Fear / Paranoia, senza alcun dubbio il momento di maggiore rilievo del lotto. “Bloove” si rivela essere un disco la cui attesa è stata meritatamente ripagata senza delusione alcuna, un lavoro che volta le spalle ad ogni timore di rimanere confinati all’interno di modalità non proprio a lungo termine e regala un’appetibilità che è sotto gli occhi di tutti e che conferma i Last Movement come un progetto da tenere d’occhio il più possibile. Consigliato non solo ai cultori di genere.
Last Movement – Bloove (2017, BloodRock Records)
1. Hollow Party
2. Fear / Paranoia
3. Your Icon
4. Floating Islands
5. Shadow
6. Escape High
7. Sleepwalking
8. New Love
9. Forces
10. Feel Like You