Intervista di Gianluca Clerici
Mai intervista fu più idonea. Questo giro parliamo con un cantautore romano d.o.c. come dice il suo disco, come dice la sua canzone, come dice la sua polemica sociale e come dice il suo singolo che ti si ficca in testa e non hai scampo. Niente cura estetica. Basta mascherarsi. Basta fare i burattini e i perfezionisti. La parola di Fabio Criseo che cita di qua e di la, che fa testi e musica aderenti al nostro tempo, colpisce e lascia segni. Riflettendoci su lascio a lui tempo per rispondere alle consuete domande di Just Kids Society:
Fare musica per lavoro o per se stessi. Tutti puntiamo il dito alle seconda ma poi tutti vorremmo che diventasse anche la prima. Secondo te qual è il confine che divide le due facce di questa medaglia?
Nessuno, la vuoi fare per lavoro e basta. Sempre avendo tanta passione e del talento vero dietro, altrimenti puoi ambire a fare quello che vuoi ma non ci riuscirai.
Crisi del disco e crisi culturale. A chi daresti la colpa? Al pubblico, al mercato, alle radio o ai magazine?
Bho! Direi che il pubblico subisce troppo passivamente spesso, ed io mi ci metto dentro. Nel senso che se fossimo autonomi nelle nostre esigenze vere di gusto artistico, se pensassimo sempre con la nostra testa limitando le influenze esterne, sono sicuro che la qualità generale dell’arte sarebbe più alta. Io noto molto disinteresse per l’arte in generale e la musica non si salva da questa tesi, certo ci sono molti cultori della musica o dell’arte in genere ma non così tanto da deciderne “il grande andamento”, non voglio stare a fare differenze qualitative su quale genere o quale stile musicale o quale artista sia meglio di un altro ma alla base credo ci debba essere molta esigenza! Esigere qualità negli argomenti scelti, nello stile con cui esporli, nella ricerca musicale che li accompagna.
Secondo te l’informazione insegue il pubblico oppure è l’informazione che cerca in qualche modo di educare il suo pubblico?
L’informazione cerca di diseducarlo! O di educarlo per manipolarlo meglio! A volte illustri esempi d’informazione non seguono questa presunta tendenza ma quanti sono coloro che li ascoltano? Quanti sono coloro che si informano davvero sulle cose? Quello che tu intendi, credo sia anche se l’informazione segue le mode, le richieste del pubblico, come se lo assecondasse; credo che lo faccia senza dubbio ma lo scopo è dargli qualcosa in più? Lo scopo è aprirgli gli occhi? O vendere una macchinetta del caffè in più in attesa che il Paradiso lo accolga in gloria?
La musica di Fabio Criseo graffia la faccia di questa Italia omologata con un piglio romanicamente popolare. In qualche modo si arrende al mercato oppure cerca altrove un senso? E dove?
Ma che ne so! Io scrivo, mi diverto, cerco di capire, di sapere, di esternare come meglio posso. Comunque potrei anche arrendermi al mercato, se non avessi scelta; sarebbe una giusta scelta? O non è giusto che non ci sia scelta? Pensiamoci, se vi va, ma sempre sottovoce, quando un’intervista è appena finita ed un’altra è appena cominciata, una frase in più per pensare, per amare, per vivere; in fondo il senso è tutto qui.
In poche parole…di getto anzi…la prima cosa che ti viene in mente: la vera grande difficoltà di questo mestiere?
I soldi! Se fossi ricco andrei a Miami, mi aprirei un megalocale e ci suonerei tutte le sere. Oppure, e forse sarebbe anche meglio, mi comprerei la vittoria in qualche prestigiosa Kermesse, daje su lo dico così, tanto pe’ scherza’.
E se avessi modo di risolvere questo problema, pensi che basti?
Avoja! Traduzione: basterebbe senza dubbio alcuno.
Finito il concerto di Fabio Criseo: secondo te il fonico, per salutare il pubblico, che musica di sottofondo dovrebbe mandare?
“Fossi figo”, di Elio e le storie tese!