Recensione di Gianluca Clerici
Lo chiamano CowPunk. La chiamiamo musica western per abbreviare e dare un punto d’appiglio a chiunque volesse entrare a far parte della carovana.
Al comando c’è Testa di Cane alla voce e al banjolele, poi La Contessina al violino e alla voce, poi Jack La Treena al banjo, Lo Scollo al fottuto contrabbasso, Il Ragazzo Nutria alla chitarra e Burrito alle pelli della batteria. E per il corpo di mille balene se questa è musica, ragazzi!!! Sono gli IRON MAIS che dai saggissimi esperti giudici di X-Factor per arrivare alle citazioni autoironiche (chissà se loro le hanno capite) demoliscono le aspettative di musica impegnata, seria e ben fatta…un po’ come accade dal primo sguardo lanciato agli Elio E Le Storie Tese. Ma poi suonano le prime note e…che mi venga un colpo gente, suonano per suonare questi scalzacani!!! Un nuovo disco dal titolo “The Magnificent Six” in cui troviamo 6 inediti e 6 grandi capisaldi del rock mondiale…ovviamente il tutto in salsa Saloon, banjo e polvere e balle di fieno. E tutto poi prende un taglio aggressivo, molto power e decisamente punk come detto in apertura. E non penso che Another Brick in the Wall in questo mood sfiguri poi tanto, penso invece che induca al divertimento e alle risate tralasciando per un attimo l’interesse e l’attenzione per la cura che i nostri ci mettono nei suoni, negli arrangiamenti e nella traduzione stilistica per niente scontata. E credo che la scelta di lanciare un pezzo come The Rythm of the Night con la splendida featuring di Corona in persona nel VIDEO sia stata una soluzione più “commerciale” che rappresentativa. Degli inediti c’è poco da dire e non perché non meritino voce: ci troviamo davanti a classici dello stile come Lambro River che mi riporta immediatamente in un bel western italiano semplice e leggero come poteva essere Lucky Luke. Gli inediti non sono scritture che mi colpiscono chissà quanto, fanno il loro compito e comunque forse si poggiano troppo sulla comodità di essere ottimamente suonati e arrangiati in un genere che è bello quasi a prescindere. A mio modo di vedere, invece, il vero punto di svolta di questo lavoro è appunto nella scrittura di un nuovo design che in alcuni casi come Nothing Else Matters raggiunge davvero un merito di stile e di mestiere. Insomma: divertirsi fa bene al cuore, ballare fa bene ai muscoli ma fermarsi ad ascoltare fa bene alla nostra cultura. E questo disco merita soprattutto di essere ascoltato.
1- Cu cù
2- The Rhythm of the Night
3- Ahi che dolor
4- Grano duro
5- Can I Play with Madness
6- Drink & Drive
7- Friendshit
8- Another Brick in the Wall
9- Nothing Else Matters
10- Lambro River
11- Fight for Your Right
12- Killing in the Name
13- Blue Monday