Recensione di Gustavo Tagliaferri
Il piacevole assaggio concesso in precedenza all’E.P. Avrei aveva lasciato intuire come Dan Solo, reduce da un passato tra Marlene Kuntz e Petrol, stesse gradualmente covando una poliedricità non da poco conto. Da allora, a poco tempo di distanza, a giudicare dal prodotto in esame è chiaro come le prospettive del musicista torinese siano andate ben oltre le aspettative: Classe A, questo il tanto agognato primo full length, propone tante facce di un artista continuamente al lavoro su se stesso, intenzionato a percorrere più bivi verso la stessa destinazione. Oltre ad Avrei, Nuovo cinema italiano e Stella di luna, tra intensità, calma ed improvvise chitarre ruggenti, ci sono la cupezza, quasi da marcia funebre, di La contraddizione di un amore, l’odore di blues di Quello che sai di me, il fascino di Naftalina, Elena e soprattutto il mood alla Motorhead di Amante che alzano il tiro a suon di rock, ma in particolare lo sfogo di Nel tuo addio, adornato da divagazioni dubstep e permeato di una tenerezza di fondo, la galvanizzante unione tra electro e techno di Nato lì e la ballata di turno, Meglio così. Tre decisi zenith che fanno di “Classe A” una buonissima opera in studio.
Dan Solo – Classe A
(autoprodotto, 2015)
1. Avrei
2. La contraddizione di un amore
3. Elena
4. Nel tuo addio
5. Nuovo cinema italiano
6. Quello che sai di me
7. Naftalina
8. Nato lì
9. Amante
10. Meglio così
11. Stella di luna