Intervista di Gianluca Clerici
Torna un grande rocker italiano sulla scena. Torna e sembra abbassare l’ascia di guerra… sembra. I toni, per quanto pacati, hanno dentro la forza della poesia. L’uomo Massimo Priviero incontra l’artista e si riconosce in un disco di assoluto spessore intimo ed acustico. L’ho ascoltato tanto questo All’Italia e non penso di potermene stufare mai. Momenti epici di grandissima commozione, oltre che una visione incantata di tutti coloro che lasciano il nostro paese sperando di tornarci domani. Su questo disco ci torneremo sicuramente. Per ora eccovi il punto di vista di un grandissimo artista alle consuete domande di Just Kids Society:
Fare musica per lavoro o per se stessi. Tutti puntiamo il dito alla seconda, ma poi tutti vorremmo che diventasse anche la prima. Secondo te qual è il confine che divide le due facce di questa medaglia?
È un confine fondamentale, detto da chi si è scelto questo “mestiere” da ragazzo e lo fa da quasi trentanni. Dopodiché la bellezza diventa giusto quella di farlo per se stessi e per lavoro allo stesso tempo. Ma appunto perché è anche un lavoro, chi prova a farlo deve spenderci pure sangue sudore e lacrime. Ovvio che sto parlando di musicisti e non di ragazzotti in coda per un talent show.
Crisi del disco e crisi culturale. A chi daresti la colpa? Al pubblico, al mercato, alle radio o ai magazine?
I media (radio tv web aggiungi chi vuoi) sono specchio della mediocrità dei tempi. La mediocrità è tranquillizzante per il popolo e dunque facile da diffondere. Perfetta per l’audience. Loro creano il clima ovviamente funzionale a certi interessi e cosa vuoi che gli freghi della crisi del disco o cose del genere. La massa assorbe quel che ascolta e vede. Come puoi pensare di conoscere il cibo e di sapere cos’è se mangi ogni giorno da Mac? Quel che davvero vive e ha valore è ai margini, è nelle nicchie, diciamo così, il resto al 99% è fuffa tranquillizzante. Ovvio che questo discorso non vale solo per la musica.
Secondo te l’informazione insegue il pubblico oppure è l’informazione che cerca in qualche modo di educare il suo pubblico?
Come dicevo prima, l’informazione non educa un bel niente ma fa solo una rincorsa verso il basso. Nel momento in cui il pubblico pensa che esista solo quel che gli viene dato si crea un perfetto scambio della mediocrità di cui prima parlavo. Dunque avviene una sorta di mutuo soccorso di vuoto e di nulla in termini sia di qualità che di valori in cui un idiota più o meno consapevole comunicherà perfettamente con una platea di idioti a lui simili. Come ripeto l’unica salvezza, sempre se la si cerca, è quella di ritagliarsi un proprio ruolo altrove. In caso anche ai margini.
Finalmente un nuovo disco di Massimo Priviero. Finalmente il grande folk americano torna nella canzone d’autore italiana. In qualche modo è un disco che si arrende al mercato oppure cerca altrove un senso? E dove?
Nulla di questo disco è in linea col mercato. All’Italia è un album acustico che parla di migrazioni italiane tra ieri e oggi dove ho cercato poesia, racconti e la voce di una parte d’Italia che sento più vicina a me. Torniamo poi allo stesso punto di prima. Il senso da un lato è nei personaggi a cui cerco di dare la mia voce e dall’altro è nella per fortuna tanta gente che mi è vicina, viene ai miei concerti e magari compra i miei dischi. È in un certo modo di fare musica che è anche un certo modo di stare al mondo che condivido con loro. Spero sia abbastanza chiaro. Siamo insieme in una specie di riserva ben consapevoli di come van le cose fuori. E conoscendo un certo tipo di mondo impari anche ad evitarlo se decidi di salvarti.
In poche parole… di getto, anzi… la prima cosa che ti viene in mente: la vera grande difficoltà di questo mestiere?
Avere a che fare con conformisti ed idioti, spesso anche più o meno consapevolmente mafiosi nel loro modo di rapportarsi. E questo vale in ogni campo ovviamente. Ed è quel che distrugge la potenziale forza e grandezza di un paese come il nostro.
E se avessi modo di risolvere questo problema, pensi che basti?
Ah beh, vuoi che ti dica che ci vorrebbe una rivoluzione prima di tutto culturale? Oppure che il giorno in cui scoprissimo cos’è il bene comune staremo certamente meglio? O che sarebbe bello se finalmente un uomo potesse fare la sua strada in modo normale? L’Italia resta un paese straordinario ed io sono profondamente italiano. Ricordati il titolo del mio album. Ma oggi è un paese perfetto solo per chi è ricco e per chi è furbo. Oppure per chi ci fa le vacanze.
Finito il concerto di Massimo Priviero: secondo te il fonico, per salutare il pubblico, che musica di sottofondo dovrebbe mandare?
Qualcosa che non c’entra nulla con quel che ha appena sentito. Magari musica classica. Mozart o Bach. Oppure Morricone.