Live report di Emanuele Gaetano
Photo report di Salvo Bilotti
Dopo un festival estivo bollente sia per temperatura che per line-up, il Color sbarca nel centro-nord. Più precisamente a Bologna, luogo sacro per la musica italiana, con una scaletta di tutto rispetto che infiamma Zona Roveri, nella parte industriale della città.
Apre la serata Scarda, un’eccellenza calabrese esportata, che non poteva mancare nella trasferta a Bologna. Il pubblico in queste prime battute non è numerosissimo ed è un vero peccato. Il cantautore decide di testare sul pubblico le canzoni, ancora inedite, del suo nuovo lavoro, facendosi apprezzare per brani come Non-Relazione. Una performance chitarra e voce che mescola sapientemente questi brani con quelli del repertorio precedente, primi fra tutti Smetto quando voglio e Io lo so.
Le pause tra i concerti sono come sempre ingannate dal dj set di Fabio Nirta che con i suoi mash-up fa divertire il pubblico.
Capelli ricci, abbigliamento stravagante, accompagnato da un piano sul palco. Tocca a Lorenzo Kruger che canta le canzoni dei Nobraino. Al netto di alcuni problemi tecnici, lui qui gioca in casa. Il pubblico lo accompagna nell’esecuzione dei brani più celebri della discografia della band, come ad esempio Tradimentunz ed Endorfine. È un live molto più discreto rispetto all’esuberante entusiasmo a cui eravamo abituati, ma dal risultato non deludente, anche se forse più adatto a palchi più piccoli ed intimi.
Intanto Zona Roveri si è riempita.
Sul palco si prepara a salire Giorgio Poi, che con il suo lavoro Fa Niente ha riscosso un successo notevole di pubblico e di critica. Accompagnato da una sezione ritmica di spessore il live è un camminare in bilico tra il cantautorato italiano e la psichedelia. Alcuni brani ricordano Battisti, come l’Abbronzatura o Acqua Minerale, con un arrangiamento alla Real Estate. Il tutto è reso ancora più coinvolgente dai giochi di luce che accompagnano tutta la performance. La folla canta e balla sulle sue canzoni esaltandosi in particolar modo per Il tuo vestito bianco.
Concluso Giorgio Poi c’è appena il tempo di rilassarsi un attimo. Il live seguente è una vera bomba.
I Sick Tamburo sono una rivelazione per chi non li aveva mai ascoltati dal vivo, una conferma per gli altri. Un live energico che esegue brani dell’ultimo album e dei lavori precedenti alternandoli con maestria e non consentendo un attimo di respiro. Vestiti di rosso e nero la loro performance sembra quasi un rito sacro che trascina tutti nel suo vortice. Le voci di Gianmaria ed Elisabetta rendono subito il pubblico senza fiato. Da Un giorno Nuovo si passa a La mia mano sola a Tocca con un ritmo forsennato, un concerto non adatto ai deboli di cuore.
All’appena accennata Betty Tossica il pubblico esulta sperando in una canzone dei Prozac+, ma loro sono i Sick Tamburo. Dopo aver fatto salire sul palco un fortunato fan e dopo due bis chiudono il concerto con Meno male che ci sei tu.
Si riparte e si conclude con il sempre presente dj set di Fabio Nirta che porta alla chiusura questa trasferta del Color.
Color Fest – Bologna è una sfida in cui vincono tutti. Bologna per una sera si è arricchita con una line-up di tutto rispetto. Il Color è riuscito ad esportare il suo progetto con successo sfondando i confini della Calabria.
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