Live report di Francesca Vantaggiato
Reverend Beat Man ha detto la (sua) messa: AMEN!
Ritrovarsi a meno di un metro da Reverend Beat Man di domenica sera, dopo un weekend di virus intestinale: ditemi cosa c’è di più punk?!
Pazzesco come il Reverendo riesca a cambiare faccia, un momento ha il viso rilassato, il sorriso dolce e largo, ti dice Grazie, grazie mille ed un secondo dopo è CHIARAMENTE il diavolo fatto persona, con litri di sudore che gli colano dal mento, occhi infuocati, ghigno rabbioso e una voce che sembra provenire dall’oltretomba. Ed subito dopo rieccolo che ti dice dolcemente: Questa canzona la dedico al mio catto! Oh I love cats! Qualcuno qui ha un catto?
Nutro grande, infinita stima per quest’uomo che – oltre ad essere un autentico personaggio (l’abito sacrale, gli oggetti di scena, i capelli, i tatuaggi) – è anche un uomo reale che ha creato una delle etichette più importanti sulla faccia della terra: la Voodoo Rhytm. Label che pubblica robetta da niente: Bob Log III (che io continuo a stalkerare negli anni), The come n’ go, The Hormonauts, Hip Bone Slim and the Knee Tremblers, King Automatic (che ho stalkerato a Salsomaggiore), i folgorati The Sex Organs e via col vento.
Insomma, tanta roba Reverend Beat Man: provare per CREDERE (se proprio dobbiamo credere in qualcosa, che almeno sia r’n’r).