Quando gli ingredienti sono due musicisti appassionati ed eccellenti, un teatro nuovissimo e bellissimo in una delle vie storiche del centro di Roma, una storia da sogno, una scenografia semplice e potentissima ed un pubblico attento, il risultato non può che essere perfetto.
Dal 16 al 21 gennaio nello splendido Off/Off Theatre di Roma è andato in scena lo spettacolo “Un mondo raro, vita e incanto di Chavela Vargas”, la rappresentazione teatrale che i cantautori palermitani Dimartino e Fabrizio Cammarata hanno dedicato a una delle icone più emblematiche del Messico, la mitica Chavela Vargas, mito assoluto nella sua terra ma ancora non conosciutissima nello Stivale, e questo spettacolo sublime ha di certo contribuito a far conoscere il genio di quest’artista straordinaria anche qui.
Il motore dell’intero spettacolo è uno, semplice e squisitamente percettibile: l’amore vero che Dimartino e Cammarata hanno per Chavela, che non hanno mai conosciuto personalmente, eppure quest’artista geniale e controversa sembra rivivere nelle loro parole, ne parlano come un’amica che sembra albergare negli splendidi pupi siciliani di Igor Scalisi Palminteri, nelle note delle loro chitarre, nei pochi oggetti sul palco.
Un dialogo fra i due che parte da Palermo e arriva in Messico da Chavela, dai suoi Macarinos, i chitarristi della sua band con cui Dimartino e Cammarata registrano un disco a lei dedicato, un viaggio che porta alla stesura del libro biografico che dà il titolo allo spettacolo in cui i due, sulle orme della Vargas, riescono in maniera stupefacente a renderci l’anima, il carattere, la personalità, l’umorismo, ma anche l’inquietudine, il dolore e il rimpianto di questa donna con la voce maschile che ha rivoluzionato la storia della musica messicana e ha rotto più di uno schema e parecchie convenzioni, prima fra tutte quella sull’amore: una donna come Chavela, estremamente forte nella sua debolezza, non poteva che innamorarsi di un essere umano di caratura personale, artistica ed emotiva altrettanto alta, complessa e tormentata, e quella donna non poté che essere Frida Khalo.
Dimartino e Cammarata ce la fanno rivivere nei racconti di vita personale, di quella artistica, nelle canzoni struggenti e disperate di Chavela, nelle statuette dei pupi siciliani impressionantemente reali, il tutto impreziosito dalla co – regia di Giuseppe Provinzano, dal sound e light designer Francesco Vitaliti e dalle voci fuoricampo di Filippo Luna, Chiara Muscato, Giuseppe Provinzano e Gisella Vitrano.
Uno spettacolo piccolo e semplice ma estremamente comunicativo ed emozionante, in cui la gloria ma anche la disgrazia di Chavela arrivano dritte al cuore come un pugno, in un turbinio di emozioni forte ed incredibilmente potente, mosso dalla passione di questi due cantautori già molto conosciuti al panorama italiano cantautorale attuale e che con questo spettacolo riescono alla grande in un’impresa di certo non facile e senza dubbio non convenzionale.