Intervista di Gianluca Clerici
Con il disco di STONA ci rendiamo subito conto che dalla televisione arriva solo un certo tipo di pop. E non parliamo di cantautorato impegnato ed impegnativo ma di un disco leggero, sobrio, stuzzicante e ricco di un gusto davvero maturo anche complice la produzione artistica guidata da Guido Guglielminetti, capobanda di Francesco De Gregori. STONA pubblica questo “Storia di un equilibrista” e dipinge la vita senza chiedere scusa dei suoi eccessi anzi celebrando con carattere la sicurezza di saper fare quel che sta facendo. Ed è bello il suono, sono efficaci i testi e sono scorrevoli gli arrangiamenti. Manca la chiave che sfonda il portone però non è l’invasione di campo il vero target di un disco come questo. A lui le consuete domande di Just Kids Society:
Fare musica per lavoro o per se stessi. Tutti puntiamo il dito alle seconda ma poi tutti vorremmo che diventasse anche la prima. Secondo te qual è il confine che divide le due facce di questa medaglia?
Certamente per essere felici non ci dovrebbe essere nessun confine.. le due cose devono viaggiare insieme, ma in primis per se stessi senza ombra di dubbio.
Crisi del disco e crisi culturale. A chi daresti la colpa? Al pubblico, al mercato, alle radio o ai magazine?
Alla poca educazione musicale degli ultimi 20 anni che ha contribuito a rendere il prodotto “musica” come una cosa facile facile da realizzare in casa senza sacerificio, impegno, investimento di tempo e denaro
Secondo te l’informazione insegue il pubblico oppure è l’informazione che cerca in qualche modo di educare il suo pubblico?
L’informazione deve essere corretta ma questo purtroppo non sempre avviene per cui e’ un po’ un circolo vizioso da cui non so come uscirne.
Bella musica d’autore quella di Stona. Fresca, frizzante ma anche impegnata ed impegnativa nelle sue tante soluzioni per niente scontate. In qualche modo si arrende al mercato oppure cerca altrove un senso? E dove?
Abbiamo deciso di non seguire assolutamente la mmoda musicale del momento e di fare solo quello che ci piaceva… credo che questa cosa si senta nel disco, l’idea di divertimento e di gioia per la musica.
In poche parole…di getto anzi…la prima cosa che ti viene in mente: la vera grande difficoltà di questo mestiere?
Torniamo a quella domanda che mi hai fatto prima… direi monetizzare il giusto il tuo lavoro per sentirti professionalmente al tuo posto e non sempre un outsider.
E se avessi modo di risolvere questo problema, pensi che basti?
Direi di si… se la tua musica funziona e questa cosa viene riconosciuta anche finanziariamente quindi diventa la tua professione hai fatto centro.
Finito il concerto di Stona: secondo te il fonico, per salutare il pubblico, che musica di sottofondo dovrebbe mandare?
Qualcosa di allegro e ritmato per far andare a casa tutti ancora belli energici e contenti di aver visto il concerto.