Live report di Francesca Vantaggiato + Photo report di Marco Di Terlizzi
Bonetti ci piace sempre.
Che sia all’aperto, al chiuso, in montagna, al mare (culturale urbano), davanti alla folla, nell’intimità di poche persone, in compagnia di amici o circondato da sconosciuti, sul palco del Pending Lips o su quello del Mi Ami, Bonetti ci piace proprio sempre.
Mi ha fatto emozionare con i brani del suo ultimo disco, Dopo la guerra. Era la prima volta che riuscivo ad ascoltarli dal vivo. Ne ha fatta di strada il ragazzo. Mi sembra ieri che lo vedevo raccontare le sue strambe storie indossando gilet di paillettes. Ed ora mi parla di gerani sul balcone, di vite ricostruite dopo la battaglia, di prati e strade dove correre forte.
Alcune cose però restano uguali, per fortuna: la sua camicia, innanzi tutto! Ma poi anche la sua delicatezza, la sua ironia, la simpatica goffaggine, la sua capacità unica di raccontare storie per immagini, di farti sognare e viaggiare con il pensiero, di portare il tuo cuore … oltre l’ostacolo! Bonetti sa fare tutto questo, anche con solo una chitarra in mano.
E tra un a bomba emotiva e l’altra, ti fa anche fare una risata, piazzando qualche vecchio pezzo della sua precedente band storica Tedeschi suonano altri tedeschi, come quella canzone sul campo rom. Voi ce l’avreste il coraggio? Lui si. Forse perché è piemontese? Insomma, bastano poche parole per dirvi quello che voglio dirvi: andatelo a sentire. Io mi diverto sempre quando lo vedo! Guardate qua: