Recensione del romanzo L’AZIENDA di Cristiano Chiesa-Bini
A cura di Antonella Quaglia
<< i …]Tutto era cominciato una mattina di un giorno imprecisato in un futuro vicino… Cinzia, giovane impiegata del reparto Casting-Italia dell’AZIENDA, avrebbe accolto alcuni aspiranti al ruolo di sindaco di Andria, cittadina pugliese di 100.000 abitanti. Lei si sarebbe occupata dell’estetica, mentre i suoi tre colleghi Paul, Kostas e Zhu avrebbero esaminato le capacità dialettiche, l’attitudine al ruolo e il grado di leadership dei candidati. Nel suo reparto il lavoro consisteva nello scegliere la persona giusta per interpretare un ruolo pubblico in base a canoni precisi delineati da manuali, norme e regolamenti elaborati da un altro settore dell’AZIENDA e aggiornati in base a un preciso piano di sviluppo. >>.
Rivolgere il proprio sguardo verso utopici scenari futuri per interpretare il proprio presente è prerogativa di ogni opera di fantascienza che si rispetti. Ma cosa accade se a sostituirsi ai consueti riferimenti a potenziali realtà distopiche è un’ipotesi di “dittatura del bene” fondata sul raggiungimento ossessivo di una condizione socio-politico-economica che sia perfettamente in grado di instaurare un benessere eterno privo di conflitti? Succede che il risultato di una simile osservazione alberga nel raggio d’azione di un’opera come L’azienda, il nuovo romanzo di Cristiano Chiesa-Bini (edito da Multimage) e affida le proprie redini a un individuo particolarmente sensibile come la giovane Cinzia, protagonista della narrazione.
Italia, Roma, anno 2055. Cinzia lavora come impiegata presso L’Azienda, gigantesco organismo organizzativo con lo scopo di direzionare i desideri dell’umanità intera verso l’appiattimento e la parificazione dei bisogni individuali e collettivi. L’obiettivo è creare un nuovo ordine mondiale privo di contrasti e divisioni terrene. Cinzia si occupa del ramo estetico legato alla selezione di personale che sia in grado (letteralmente) di interpretare importanti ruoli pubblici che fungano da pilastro portante di un gigantesco piano di sviluppo globale. Un piano, certo, orientato verso la salvaguardia dei rapporti umani per scongiurare definitivamente ogni frattura recante i semi di eventuali discordie future, ma pur sempre proveniente da ordini imposti dall’alto. Emerge, dunque, un bivio difficile da sostenere: procedere secondo i piani obbedendo agli ordini e credendo fermamente nella missione imposta, o mettere in discussione i metodi e le imposizioni rischiando di evidenziare mele marce in un sistema nato per amore dell’umanità?
Sfruttando apertamente (e abilmente) ogni utile stilema di genere (l’ambientazione nel tempo futuro, la distopia, la libertà di ricreazione di determinate realtà prese in analisi e messe a confronto con sottili tematiche strettamente attuali), Chiesa-Bini opera, però, una sorta di sovversione concettuale che distingue la sua opera dal calderone di più o meno validi esempi letterari (fatta eccezione, ovviamente, per le maestranze di genere): obbedire agli ordini sposando una causa a tratti utopistica ma rivolta al bene comune (nella realtà odierna, ma non solo, ne abbiamo diversi esempi) o lottare per ciò che si ritiene realmente fondamentale per una definitiva libertà interiore che vada di pari passo con un decisivo senso di responsabilità individuale?
È sostanzialmente questo il dilemma che attanaglia ogni singolo personaggio regolandone pratica e intelletto in funzione di una rigenerazione collettiva di intenti reali. L’unica certezza che dimora nell’animo di ogni frammento di creazione riguarda l’inesistente sicurezza di contrapporre il bene ad un male antecedente, correndo dunque il rischio di creare inconsapevoli e primitivi effetti collaterali. Pio Di Mille.
Titolo: L’azienda
Autore: Cristiano Chiesa-Bini
Genere: Romanzo
Casa Editrice: Multimage
Pagine: 184
Codice ISBN: 978-88-99050-00-9
Contatti
http://www.multimage.org/autori/cristiano-chiesa-bini
https://www.facebook.com/10domande
https://www.facebook.com/ccb62
https://twitter.com/CCB62