Intervista di Giovanni Graziano Manca
Il 20 febbraio scorso è uscito il disco di Marsala dall’omonimo titolo, pubblicato da Wallace, Brigadisco e Dreamingorilla Record. Lo abbiamo intervistato per voi. Questo il suo canale soundcloud: Marsala.
Presentati ai lettori di Just Kids Magazine: chi sei e quali sono le tue esperienze nel campo artistico musicale?
Ciao, piacere Andrea! Marsala è il mio progetto solista in cui mi muovo in territori di musica sperimentale, psichedelia elettronica fino a virare verso il folk ed il blues per la presenza di alcuni strumenti acustici. Attualmente suono coi The Rambo (chitarra e voce) e Nagant Fun (synth/drum machine/chitarra), ho suonato con Yokotobigeri, Nazareno e Lifeinacage. Ogni band aveva un sound diverso dettato dall’età, dagli ascolti e dai momenti della vita in generale. Dall’hc/grind al prog/noise-rock, dall’impro-industrial al noise/punk fino ad approdare all’elettroacustica psichedelica di Marsala.
Si parla della ultima fatica discografica come di un album che ama scombinare le carte e confondere le idee. Ciò con riferimento ai diversi stilemi musicali da te mischiati e alla strumentazione utilizzata per realizzare l’album. Cosa pensi in proposito?
A me sembra un disco psichedelico che si muove tra suoni di buio e luce dove puoi trovare il momento della vita che stavo vivendo quando è stato costruito: tensione, ansia, buio ma anche luce, pace e speranza. Per quanto riguarda gli strumenti e gli stili sono stati il prodotto di un assemblaggio il più possibile alla mia portata tecnica, low cost e a tentativi ed errori, ma mi sembrava che funzionasse ed ho pensato di registrare il tutto.
Quanto tempo hai impiegato a mettere insieme i brani che compongono il disco?
È stato messo in piedi nell’arco di un anno circa ma il taglia-e-cuci è grazie anche alle abilità e al contributo artistico di Paolo Cantù che ha inciso molto a livello di resa sonora e mi ha aiutato molto.
Esiste un fil rouge, come spesso nel progressive e in certo kraut rock, che lega i diversi pezzi del disco e qual è il brano, se ce n’è uno, che sublima tutto?
Wide Open Wound è il titolo più esplicito; racchiude il significato di tutto ciò che sta nel disco. Si è vero, spesso nel prog e nel kraut si utilizzava molto il concept album come formula per trattare di un tema; mi fa piacere che tu abbia colto la cosa.
Nell’album suoni praticamente tutti gli strumenti. Mi tornano in mente certi tastieristi istrionici
degli anni Sessanta/Settanta (Wakeman, Emerson, per es.). È per avere la massima discrezionalità e il massimo controllo su quello che sarà il risultato artistico finale, che si suona tutto, oppure ci sono ulteriori motivazioni alla base della scelta?
Emerson era un ipervirtuoso, io solo un autodidatta che ha tentato di barcamenarsi in qualcosa che potesse uscirgli alla portata; a me piace, spero che piaccia anche ad altri ascoltatori, te compreso.
Sono molti anche nel nostro paese gli album di musicisti che propongono musica elettronica. Cosa ti avvicina a ciò che è possibile sentire comunemente e in che cosa, eventualmente, pensi di essere almeno in parte diverso?
La musica sperimentale italiana ha diverse proposte attive molto belle: Makhno, Father Murphy, BlackPoint45, Everest Magma, Ovo e tanti altri che fanno cose interessanti e personali.
Tre dischi seminali e tre protagonisti della musica senza i quali non saresti diventato, artisticamente parlando, ciò che sei…
I tre dischi che mi hanno segnato sono: Fresh Fruit For Rotting Vegetables (Dead Kennedys), In The Court Of The Crimson King (King Crimson) e Safe As Milk (Captain Beafheart & His magic Band). Tre artisti ti direi Fabrizio De André, Nick Cave e Tom Waits ma non c’entrano nulla con un discorso di influenze musicali (o forse si, boh).
La dimensione live di Marsala. Hai già presentato l’album dal vivo. Ci racconti com’è andata?
Poca gente quasi sempre ma i pochi sembravano apprezzare il sound. Sicuramente ti posso dire che io mi sono divertito a suonare.
Credits
Registrato e mixato da Paolo Cantù a Rossoreggio (PC).
Arrangiamenti e collaborazione sonora di Paolo Cantù (clarinetti e chitarre noise).
Masterizzato da Fabio Intraina presso il Trai Studio di Milano.
Artwork di Mattia Botta.
1 – Slipping Into Open Flesh | 5:50
2 – Drowning In The Void | 6:14
3 – Wide Open Wound | 2:43
4 – The Dystrophic Dancer | 4:30 5 – Streams Of Li
ght | 7:26
6 – Sipario | 6:33
7 – Ultime Fatiche Sulla Via Del Ritorno | 3:5