Intervista a Mirko Orlando, autore della graphic novel Paradiso Italia
A cura di Leonardo Biccari
Mirko Orlando è un fotografo, artista e giornalista. Pubblica i saggi di antropologia visiva “Fotografia post mortem” (Castelvecchi, 2013) e “Per una teoria generale della fotografia post mortem” (Il Mulino, 2014). Pubblica il libro fotografico “Il volto (e la voce) della strada” (Lindau, 2012) e la graphic novel “Paradiso Italia” (Edicola Ediciones, 2019), un’opera di giornalismo grafico in cui riporta la situazione dei migranti clandestini in Italia dopo aver vissuto con loro a stretto contatto, ascoltato le loro storie e fotografato la loro difficile quotidianità.
Paradiso Italia: qual è il significato del titolo della tua graphic novel?
Etimologicamente paradiso significa recinto, e per i migranti che passano di qui, nella speranza di raggiungere la Francia, la Germania, o la Spagna, direi che è il modo migliore per etichettare l’Italia. È il recinto costruito attraverso gli accordi di Dublino, che impongono ai migranti di restare nel Paese di primo approdo. Insomma, in questo paradiso non vogliono restarci neppure loro.
Che cosa racconta della realtà dei migranti Paradiso Italia, quale punto di vista nuovo propone, e cosa smentisce di ciò che spesso contribuisce a creare un’immagine ingannevole della loro situazione?
Paradiso Italia assume il punto di vista dei migranti: io mi sono limitato a “registrare” (con fotografie, disegni e parole) la loro testimonianza senza troppo interferire. Poi, chiaramente, il fatto stesso di essere lì, con loro, in qualche modo interviene sulla realtà, e perciò ho deciso di palesare la mia posizione inserendomi nel racconto così da realizzare un reportage su come io, autore, ho realizzato un reportage. Ne risulta un racconto dove la voce dei migranti diventa centrale… e non è un fatto scontato. Troppo spesso, infatti, parliamo di immigrazione senza interrogare i migranti, cioè ne parliamo come di un fenomeno all’interno del quale ognuno di loro diventa un numero, un dato, e non un soggetto agente, dotato di una volontà, di un’iniziativa, di un progetto di vita.
Protestare, fuggire, sopportare. Sono le tre parti in cui è divisa la graphic novel Paradiso Italia, che pian piano ci fanno addentrare nel mondo dei migranti e soprattutto nei loro pensieri, nei loro sguardi. Ci racconti come nasce una tua opera, e come gestisci il processo creativo?
In qualche modo il racconto ripercorre esattamente il processo che seguo, partendo da una dimensione più razionale per poi arrivare a un coinvolgimento emotivo più marcato. Il primo passo, prima di realizzare un reportage, è quello di documentarsi, raccogliere materiale, studiare. Poi segue una fase in cui vai alla ricerca dei contatti necessari per iniziare il lavoro vero e proprio, e per ultimo il momento dell’immersione totale nelle storie che intendi raccontare. Per realizzare Paradiso Italia ho vissuto con i migranti per mesi: ho dormito con loro in baracca, in tenda sulle sponde del Roja, oppure nelle fatiscenti stanze dell’Ex Moi a Torino. In qualche modo non esiste alcun processo creativo, esiste invece un progressivo processo di coinvolgimento e immedesimazione che prima di avere qualcosa a che vedere con l’arte, ha qualcosa a che vedere con la relazione umana.
Hai pubblicato Paradiso Italia per la casa editrice Edicola Ediciones, una realtà nata in Cile che pubblica autori italiani e cileni, e che cerca di creare un ponte tra le due culture. In Italia invece si tende spesso a chiudersi, a non aprirsi alle contaminazioni. Cosa ne pensi dell’odierna situazione editoriale italiana?
Le nostre chiusure vengono da lontano. Fino a ieri l’attuale ministro degli interni non voleva dialogare neppure con l’Italia del sud, figuriamoci con altri Paesi. Per quanto riguarda il mercato editoriale, dobbiamo ricordare che il nostro è uno dei Paesi europei dove si stampano più libri… e allo stesso tempo quello dove se ne leggono di meno, perciò il problema non riguarda soltanto l’editoria, ma il posto che occupa la cultura all’interno di un progetto politico e sociale molto più ampio.
Le persone ai margini della società sono soggetti privilegiati dei tuoi reportage giornalistici e fotografici. A partire dallo sguardo sulle nuove povertà proposto con il libro fotografico Il volto (e la voce) della strada, e passando per la scelta di raccontare il punto di vista dei migranti in Paradiso Italia. So che ora stai lavorando a un nuovo progetto sul disagio sociale a Torino. Da cosa nasce la tua esigenza di documentare i fenomeni di marginalità sociale?
Quando vuoi avere una visione completa (per quanto possibile) di qualcosa è necessario vederla dal di fuori, spostarsi ai margini, ed è solo da qui che si chiariscono alcune dinamiche, per cui parlare di “marginalità” è anche un modo per analizzare la natura del “centro”. C’è poi un altro aspetto… più personale, come se avessi l’impressione che, in un mondo dove tutto è preconfezionato, soltanto il disagio sia rimasto autentico, vero, persino arcaico. La voce degli “sconfitti” viene da lontano e viene dal profondo, mentre il blaterare continuo dei “vincitori” non ha mai catturato la mia attenzione né intercettato il mio interesse.
Per chi ha apprezzato il tuo lavoro in Paradiso Italia e per chi desidera approfondire il genere del graphic journalism, ci sono opere che senti di consigliare?
Tantissime, a partire dai capisaldi del genere come Maus di Spiegelman, Palestina di Sacco, La guerra di Alan di Guibert, March di Powel, Pyongyang di Delisle, ma potrei davvero continuare all’infinito. Detto ciò partire dai maestri rimane la soluzione migliore per conoscere un argomento.
C’è un messaggio che vorresti lasciare ai tuoi lettori?
Solitamente i miei lettori condividono le mie idee, per cui a loro voglio soltanto augurare buona fortuna. Un messaggio lo vorrei invece lanciare a tutti quelli che probabilmente non vorranno leggermi. Vorrei dirgli che chi promette sicurezza denigrando la cosiddetta “casta” è un impostore: è tipico dei “primi” mettere i “penultimi” contro gli “ultimi” così da dormire sogni tranquilli. Checché ne dica sono i “Salvini” di turno a rappresentare la “Casta”. La verità è che gran parte della popolazione mondiale sta soffrendo, e anziché rubare dai piatti di chi soffre come loro, dovrebbe imparare a ripulire le tasche dei veri responsabili del disagio attuale.
Titolo: Paradiso Italia
Autore: Mirko Orlando
Genere: Graphic Novel/Graphic Journalism
Casa Editrice: Edicola Ediciones
Collana: Illustrati
Pagine: 192
Prezzo: 20 €
Codice ISBN: 9788899538460
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