INTERVISTA: NONNON – “L’inganno di un mondo ideale” (Reincanto Dischi, 2019)

Intervista di Gianluca Clerici

Sei ragazzi bresciani che dai banchi di scuola sognano di poter raccontare delle storie attraverso la musica. Potremmo definire così i Nonnon, band bresciana che ha pubblicato “L’inganno di un mondo ideale”, album a cui si sono dedicati per tutto il 2018.
Questa bella raccolta di canzoni è il biglietto da visita di Domenico Peluchetti (voce, chitarra acustica, chitarra elettrica), Luigi Viani (voce, pianoforte, tastiera, fender rhodes), Dario Gubbiotti (Tastiere, Sintetizzatore, fender rhodes), Paolo Ghirardelli (chitarra elettrica e basso in “Nea”), Alec Gardini (Basso elettrico), Roberto Pittet (Batteria, percussioni e ukulele).
Li abbiamo intervistati per scoprire come hanno avuto l’idea di sposare il cantautorato italiano raccontando bellissime storie tra sogni e realtà in una poetica molto coinvolgente con musiche mai scontate.

Benvenuti ragazzi. Il vostro album non sta passando di certo inosservato. Quali pensate siano i punti forti che caratterizzano “L’inganno di un mondo ideale”?

Ciao a tutti! Sapere che l’album viene ascoltato ci gratifica davvero tanto! Ci piace credere che sia un album suonato bene e inciso altrettanto bene. I contenuti sono davvero molto curati ed è abbastanza semplice immedesimarsi nei testi. Pensiamo che (o quantomeno speriamo che) possa essere un disco capace di accarezzare il cuore di chi lo ascolta

Tanti anni insieme e un feeling musicale che traspare in tutta la sua poetica, sia nei testi che nelle musiche. Come sono nati i Nonnon e quali sono state le emozioni nel pubblicare “L’inganno di un mondo ideale”?

I Nonnon sono nati tanto tanto TANTO tempo fa. Sui banchi di scuola, a margine di un laboratorio musica, nelle infinite ore di tempo che la gioventù ci regala senza chiedere indietro neanche un “grazie”. Le emozioni per tutte le pubblicazioni sono sempre state fortissime e per “l’inganno” il concetto è stato naturalmente amplificato dal carattere ufficiale del disco stesso; 12 tracce, una produzione infinita, una cura maniacale delle finiture e la sensazione di essere finalmente sbocciato. 

Con la musica non si vive, a detta di alcuni, ma almeno si può ancora sognare. Cosa sognano i Nonnon per la band e quali sogni volete trasmettere attraverso le vostre canzoni?

Temo, purtroppo, che i Nonnon non sognino più di poter vivere di musica. C’è però il sogno di riserva, che ci intriga ancora molto. C’è questo spiraglio di possibilità che – seppur invecchiati e travolti da disparati obblighi lavorativi – si riesca con la stessa passione di un tempo a trasmettere emozioni autentiche. Ecco… saper trasmettere passione e ricevere riscontro da un sempre maggior seguito di ascoltatori! Sentirli che si complimentato per la tua canzone, sentire che ricordano qualche verso. Ecco… questo è il nostro sogno. 

Parliamo di “Nina”, molto probabilmente il primo videoclip in assoluto che avete pubblicato.

La canzone è molto coinvolgente ma il video come è nato e cosa vuole rappresentare?

Il video, a livello concettuale è stato abbastanza immediato. Abbiamo pensato a cosa “Nina” significasse per tutti noi. Ed erano convivio e comunione, gioia e passione e affetto…e casa.

Abbiamo dunque inscenato nel “covo” della nostra Nina, una bella serata assieme, che sapesse di amici e famiglia. Il resto della magia l’ha fatta Gigi con le sue strabilianti abilità grafiche.

La pandemia ha fermato il nostro mondo e adesso si cerca di ripartire. Come avete vissuto questo periodo incredibile?

L’abbiamo vissuta con grande difficoltà, ragazzi! In Lombardia è stato massacrante

Moriva un sacco di gente ogni giorno, avevamo (e ancora un po’ ne abbiamo) paura in ogni momento, ad ogni situazione limite. Ci siamo tenuti in contatto coi social media e ci siamo fatti forza.

Ora siamo contenti e attivissimi per la ripartenza del nostro Paese.

Adesso che con l’album siete usciti allo scoperto, quali sono gli obiettivi che vi siete preposti per il futuro?

Ci piacerebbe ripeterci al più presto. Con nuovi pezzi, nuove idee, nuove possibilità che ci permettano di trasformare un brano nella nostra musica.

Abbiamo qualche asso già pronto nel cassetto 🙂

Cosa rappresenta per voi la musica e questo vostro album intitolato “L’inganno di un mondo ideale”?

La musica è molto per noi, per alcuni di noi quasi tutto. L’inganno è un traguardo…un modo per dirci: “ragazzi, ce l’abbiamo fatta, e se vogliamo ce la possiamo fare ancora!”

Ultima domanda. Tre motivi per cui dovremmo ascoltare “L’inganno di un mondo ideale”? 

Beh, perché è un bello e suonato bene. Perché la proposta musicale non è scontata e magari vi piace più del previsto. E perché… vuoi non ascoltare un disco di sei giovanotti vintage montanari e scanzonati?

Grazie mille per l’opportunità ragazzi.

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