A Belfast boy è il libro autobiografico di Michael Phillips, un giornalista nordirlandese, in cui si mescolano racconto personale e storia contemporanea irlandese. Il libro, edito da Homeless Edizioni, narra di un viaggio che, partendo dai Troubles nell’Irlanda del Nord e passando per l’IRA e il carcere di Londra, termina in Italia. La narrazione comprende gli avvenimenti, che a partire dalla fine degli anni Settanta, hanno visto al centro della cronaca le azioni dei militanti dell’IRA contro la presenza britannica nel paese. Ma cosa c’entra il nostro autore in tutto questo?
Michael Phillips è nato e cresciuto in quel periodo, subendo tutte le tensioni di uno scontro, che all’indomani della Brexit sembra riaccendersi. Si legge nelle prime pagine del libro: «Durante uno dei miei ultimi viaggi a casa, a Belfast, ho notato la presenza di nuovi manifesti affissi per la città – quelli che di solito promuovono l’uscita di un nuovo film o pubblicizzano negozi di arredamento. I manifesti riportavano un avvertimento rivolto al pubblico che avesse intenzione di unirsi ai paramilitari. Si tratta di salto indietro nel tempo, una modalità che da tempo era stata relegata a quel periodo tumultuoso. La ricomparsa di questi messaggi dopo vent’anni di “pace” è uno spaventoso sintomo del fatto che la nostra società vacilla nuovamente sull’orlo di un’assurda spirale di violenza. Ma è davvero possibile che la prossima generazione cada vittima della nostra guerra millenaria seminando ancora mistero e morte per buona parte del Ventunesimo Secolo? La risposta, in definitiva, è sì». Già da queste prime battute si comprende lo spessore contenutistico di questo libro e l’analisi lucida che l’autore fa del contesto socio-politico nel quale è vissuto: «La guerra per la nostra indipendenza non ha risparmiato nessuno. Se non ti ha ucciso o messo dietro le sbarre, ti ha sicuramente devastato sul piano mentale». Michael Phillips, attraverso il racconto della propria vita, narra anche la storia di tutti coloro che hanno vissuto sulla propria pelle gli accadimenti della storia irlandese e la lotta tra i protestanti lealisti e i cattolici indipendentisti. Michael Phillips ci mostra la rabbia e il rancore che hanno contraddistinto lui e il suo popolo, che non li ha abbandonati nemmeno dopo la pace sancita negli anni Novanta. A questo si alternano racconti personali, come il periodo trascorso in carcere in Inghilterra da prigioniero politico, in seguito all’ingiusta condanna di terrorismo: «Dopo essere uscito di prigione, per molto tempo ho avuto la sensazione che qualcosa non andasse. Non riuscivo a trovare la mia strada e ho viaggiato per anni nel tentativo di compensare la mia inquietudine». La scrittura di questo libro è, dunque, anche una narrazione catartica, che giunge a vent’anni dai fatti e che ha richiesto una lunga e profonda riflessione. A Belfast boy è un libro in cui si parla di dolore e dei fantasmi del passato, ma che allungano la loro ombra tossica fino ad oggi.
Raffaele Fiorenzano
Titolo: A Belfast Boy
Autore: Michael Phillips
Genere: Romanzo autobiografico a sfondo storico/politico
Casa Editrice: Homeless Book
Traduzione: Silvia Agogeri
Pagine: 248
Prezzo: 15,00 €
Codice ISBN: 978-88-327-61-177
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