Benedetto Scampone (Roma, 1979) ha lavorato a lungo nell’ambito amministrativo rivestendo ruoli manageriali, fino ad approdare nel mondo del Ministero della Pubblica Istruzione. Trasferitosi a Bracciano, una cittadina lacustre con paesaggi ameni e pittoreschi, ha trovato la giusta ispirazione per scrivere la sua prima opera, il thriller “L’archivio della coscienza”.
«Ci presenti il tuo nuovo thriller L’archivio della coscienza?».
L’archivio della coscienza è un thriller psicologico. Un libro nel quale passato e presente si intersecano e formano un unico scenario.
La storia narra di un serial killer che miete vittime e che lascia macabri indizi sui loro corpi. L’assassino vive nella cieca convinzione che nessuno potrà mai identificarlo a meno che egli stesso non decida di mostrarsi. A contrastarlo un team investigativo un po’ fuori dall’ordinario: il Comandante della squadra omicidi, un uomo apparentemente integerrimo e professionalmente impeccabile; un’antropologa forense dedita al proprio lavoro e un ex agente dell’FBI esperto del comportamento umano che entra in scena quasi casualmente, ma che sarà, in qualità di consulente, fondamentale per delineare la strada che condurrà all’assassino.
Tutto ciò accade nella città eterna che fornisce la giusta ambientazione per questi efferati crimini grazie ai suoi enigmatici scenari.
«Qual è il significato del titolo della tua opera?».
Quando iniziai a scrivere il libro stavo attraversando un periodo particolare della mia vita. Ho dovuto fare i conti con me stesso e percorrere un vero e proprio viaggio introspettivo. Fu allora che mi venne il titolo. Mi resi conto di quanto ognuno di noi celasse, dietro quella porta chiusa saldamente e con la scritta “vietato l’accesso”, una parte di sé, come fosse un passeggero oscuro. Decisi che era quello che volevo fare: esplorare quelle oscurità violandone i confini.
«Il criminologo esperto di profiling e di omicidi seriali Alessandro Scantini, uno dei tre protagonisti del tuo romanzo, è sicuramente il personaggio più complesso, che avrà necessitato di più cura in fase di caratterizzazione. Vuoi descrivercelo?».
Scantini è un personaggio carismatico e pieno di fragilità, un uomo brillante che a causa di alcuni eventi della sua vita, aveva finito per buttarsi via. Aveva perso la rotta, non aveva un fine e, naufragare, gli sembrava essere la miglior soluzione.
Caratterizzarlo non è stata cosa facile poiché in gran parte rappresenta me stesso e quindi è stato come un mettermi a nudo su certi aspetti. Il ruolo cardine che egli interpreta ha comportato un grande studio da parte mia, sia per dare al personaggio il giusto know-how che per renderlo credibile.
«L’archivio della coscienza parla di vendetta, di quella più cieca e violenta che spinge alle azioni più empie. Quali sono gli altri temi trattati nell’opera?».
Come anzidetto sono un gran lettore e spesso, nei libri che ho letto, mi sono mancate alcune componenti che, invece, mi sarebbe piaciuto trovare. Così, nello scrivere il mio libro, ho cercato di metterci tutto ciò che a me piaceva: amore, sesso, ironia, riscatto e umanità.
«Hai creato un antagonista davvero inquietante, hai ricostruito il suo passato e gli hai donato un movente solido, benché folle, e una mente decisamente “creativa”. A cosa ti sei ispirato per delineare la sua figura?».
Il tema della vendetta credo sia quello più comprensibile e vicino a ognuno di noi. Chiunque, almeno una volta nella propria esistenza, immagino abbia avuto pensieri livorosi. Ovviamente nel romanzo è tutto amplificato ed enfatizzato, ma quella componente fa sì che nello scorrere delle pagine si possa capire il rancore e la frustrazione del nostro killer. C’è anche da dire che nell’universo della criminologia è un argomento poco analizzato così mi è sembrato giusto e doveroso cogliere l’occasione per esplorarlo.
Per quanto riguarda la creatività della mente dell’assassino, posso dire che è come se si fosse delineata da sé. Man mano che scrivevo, il personaggio ha preso vita creandosi un posto d’onore nella mia testa. Il modus operandi e il movente sono nati pian piano. Quando scrivevo di lui cercavo di mettermi nei suoi panni di vivere la sua angoscia, di scrutare la sua mente. Ciò mi ha permesso di vivere la sua vita e di raccontarla.
«Che consigli daresti a chi sogna di diventare un autore di romanzi thriller?».
Consiglio di leggere molto e di non aver paura di mettere nero su bianco ciò che alberga nelle loro teste perché a volte è proprio nell’assurdo che si trova il senso.
«Il finale dell’opera potrebbe far presupporre nuove avventure per i tuoi personaggi. Stai scrivendo un altro thriller con protagonista il brillante criminologo Alessandro Scantini?».
Sì, nel finale ho lasciato una sorta di “cliffhanger” che fa intendere a un possibile sequel. Lo sto scrivendo, infatti, e conto di presentarlo nel 2021.
Titolo: L’archivio della coscienza
Autore: Benedetto Scampone
Genere: Thriller
Casa Editrice: Gruppo Albatros Il Filo
Collana: Nuove Voci – Tracce
Pagine: 448
Prezzo: 18,50 €
Codice ISBN: 978-88-306-09-983
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