Per la rubrica Las nenas entrevistan incontriamo il rapper Rabbia MC
Ciao Rabbia MC, è un grande piacere per noi intervistarti. Ci parli di te e della tua musica?
Ho iniziato nel 2006 con le prime improvvisazioni di freestyle, per iniziare poi a scrivere testi su basi. Negli anni, ho pubblicato diversi album autoprodotti, sia in forma fisica che in copia digitale – di cui 2 sotto etichetta discografica indipendente. Nel frattempo, mi sono esibito in diversi palchi della Toscana – tra cui l’Arezzo wawe. Ho conosciuto questo genere musicale nei primi anni di scuola superiore, fino ad innamorarmene e iniziare poi a farlo io stesso, come singolo e con alcuni amici coetanei che mi hanno accompagnato in questo percorso.
L’origine del tuo nome d’arte?
Il mio nome d’arte viene da due fattori. Il primo, è che mi è stato dato da due sconosciuti durante una battle di freestyle dove, a fine dell’esibizione, mi hanno fermato e mi hanno detto: “Certo che sei proprio incazzato lì sopra” e lì per lì ci ho riso su. L’altro fattore è che, quando scrivo, spesso è perché in quel momento sono arrabbiato o magari deluso da qualcosa e uso la scrittura come valvola di sfogo. La maggior parte dei miei testi sono scritti durante questo stato d’animo.
Sul tuo profilo Instagram hai avvisato i fan dell’uscita del tuo nuovo album che sarà pubblicato questo inverno. Il 25 giugno uscirà il videoclip del terzo estratto. Ci racconti il tuo l’album?
L’album è nato dopo un periodo buio della mia vita, e ogni pezzo che ho scritto ripercorre un certo momento di quella fase. Ha quindi una cronologia dove c’è un inizio e una fine. Per me la creazione di questo album è stata una terapia per me stesso, con cui sono riuscito a superare quel periodo. Il titolo dell’album è anche il titolo dell’ultimo brano di questo disco; il senso di tutto è racchiuso nel fatto che la vita è fatta a cicli e che dopo un periodo buio c’è sempre un periodo di luce. Il senso è che non può piovere per sempre, la pioggia è un momento e dopo la pioggia ci sarà sempre il sole.
Possiamo dire che il rap è un testo vivo. Dà voce a una storia raccontata con emozioni e parole precise. Cosa rappresenta per te il rap e quanto sono importanti le parole in questo genere?
Il rap per me è uno stile di vita. Al giorno d’oggi, da parte di tanti che lo fanno, si è persa un po’ questa cosa e sembra diventato solo un mezzo per mettersi in mostra con conoscenti e amici, o la strada per il successo personale. Penso che il cavallo da corsa si vede nella lunga durata, e infatti da lì si vede chi a distanza di tempo ha sempre qualcosa da dire oppure no. Personalmente è come una compagna di vita che ti accompagna per sempre sia nel bene che nel male. A parer mio, le parole sono importantissime, perché secondo me questo genere deve in primis trasmettere emozioni a chi ascolta ed è il genere che testualmente ha più modo di farlo.
“Ho imparato a non fidarmi delle maschere, perché il sole non è uguale se visto dalle pozzanghere”, è una frase tratta dalla tua canzone Nello stagno di Monet. Ci spieghi il significato profondo che c’è dietro?
Il significato di questa frase è che nella vita, come diceva Pirandello, si incontrano tante maschere e pochi volti. La maggior parte delle persone, anche quelle più vicine, spesso indossano una maschera che alla fine viene tolta e da lì si vede la sua vera faccia, la sua vera essenza. A volte abbiamo un’idea, un’immagine che ci siamo creati di una persona, ma in realtà vediamo solo il riflesso che ci è stato voluto far vedere. Non è altro che una copertura che nasconde sotto la sua vera natura, e ce ne accorgiamo di solito quando è troppo tardi; le persone non cambiano, ma si rivelano per quello che in realtà sono. In sintesi vediamo la gente sotto un filtro, ma mai come è in realtà.
Quanti significati si possono attribuire ad una stessa frase o ad una stessa parola? Noi essere umani siamo sì uguali, ma anche molto diversi tra noi: abbiamo caratteristiche, preferenze, idee, opinioni e valori diversi. Ti è mai capitato di scrivere un testo e poi ricevere un feedback con una interpretazione della tua canzone diversa da quella da te trasmessa?
Il bello e il brutto delle parole è che possono essere recepite in modi diversi dalle persone. Quindi una frase o un testo a volte hanno un significato diverso per ognuno di noi. Magari anche per via dello stato d’animo che una persona ha in quel momento, recepisce a modo suo il messaggio, diverso o uguale a quello che viene trasmesso. È capitato di ricevere feedback e interpretazioni diverse da quello che avevo scritto. A volte mi sono stupito di quanta fantasia abbiano le persone nel ricreare nella loro testa il messaggio della canzone 🙂
Come vive un artista? Ci racconti come la musica accompagna le tue giornate?
Penso che ognuno la viva a modo proprio. Penso anche che ci sia un modo di viverla differente da artista conosciuto a artista emergente. Personalmente la vivo a 360 gradi: soprattutto negli ultimi mesi sono chiuso in studio tutto il giorno a produrre, scrivere e registrare. Non ho quasi tempo libero, ma è una cosa che mi affascina e che porto avanti con costanza.
Progetti futuri?
Per il prossimo futuro ci saranno altri videoclip estratti dall’album Dopo la pioggia. E per dopo il disco, sto già lavorando a pezzi nuovi.
C’è una collaborazione che desideri tanto fare?
In realtà ora come ora no; già in questo album ho collaborato con artisti che vedevo bene in certi pezzi e per questo mi ritengo soddisfatto. Magari per il prossimo futuro potrei avere in mente di collaborare con altri artisti, ma dovrò vedere sul momento quando magari avrò pronta una certa traccia e a quel punto ci potrò sentire l’intervento di un altro.
Il mercato della musica, in particolare della musica registrata, è immune al Coronavirus? Quanto è importante la distribuzione digitale della musica oggi?
Purtroppo la musica ne ha risentito tanto del Coronavirus. In primis per i live che fino ad adesso erano praticamente spariti nell’ultimo anno e mezzo e ha creato non pochi problemi a chi organizza. Dall’altra parte è aumentato il consumo di streaming e pezzi\live online, e questo magari ha portato dei benefici a livello di ascolti. Io personalmente ho avuto molti più riscontri con YouTube e Spotify in questa situazione che prima della pandemia. Al giorno d’oggi, soprattutto per gli emergenti, la distribuzione digitale è fondamentale, essendo cambiato radicalmente il mondo della musica, così come è cambiato il modo di ascoltare e sentire delle persone.
Una delle tue canzoni che i lettori di Just Kids Magazine devono assolutamente ascoltare?
Consiglio agli ascoltatori di Just Kids Magazine di ascoltare Il tempo che passa Ft. Rose e Soli con sè stessi, che sono i primi due estratti da questo nuovo album. Naturalmente consiglio anche Start from the end, l’ultimo brano uscito che a breve avrà anche il videoclip. Tutti questi brani li possono trovare su YouTube e Spotify, canale\i Rabbia MC.
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