Notte lunga
Poesia di Davide Iannace
Occhi verdi,
guardavano alle ombre.
Quante inquitudini,
nei movimenti della notte.
Eppure
non fosti mai uscita.
L’abbandono alla vita
si perse nelle urla.
Quel piano silenzioso,
i passi distanti,
la campana suonò
e tu piangesti.
Le tazze sporche sparse
stringhe di eventi sconnessi
Nessun aiuto possibile
se non quello del dolore lento,
che copre, scopre
morde, taglia.
Il buio agrodolce
è a malapena acceso da lucciole
Mentre Marte silente guarda
una città oramai vuota.
Sei sola, tu, tra le vie?
Ricostruisci disegni di
percorsi e scorsi
i lineamenti nel fuoco.
Passeggera del corpo
ogni silente parola è
pacifica conferma del dolore
della rabbia e dell’accettazione.
Di ciò che è,
sarebbe dovuto essere
ingiustamente non fu.
Prudentemente volesti,
magnificamente conquistasti,
irrimediabilmente lo perdesti.
Notte lunga, sogni bambina
l’alba è già più vicina