LAS NENAS ENTREVISTAN: AZZURRA

Per la rubrica Las nenas entrevistan incontriamo la cantautrice Azzurra 

Ph. di Giulia Piergiovanni

Ciao Azzurra, siamo Elena & Stefy, las Nenas di Just Kids Magazine. Come cantautrice, hai esordito con il singolo Brava, con il quale sei arrivata finalista al Premio Pigro e al Tour Music Fest. Hai inoltre partecipato a diversi concorsi nazionali, classificandosi sempre ai primi posti (Festival di Castrocaro, Premio Alex Baroni). Ecco, quando hai scoperto che la musica era il tuo ikigai (ndr: la tua ragione di vita)?

Prima domanda bomba! Che coincidenza: in questo momento sto proprio leggendo il libro Ikigai! Non ricordo un momento specifico in cui ho capito che la musica sarebbe stata la mia strada. Anzi per molti anni mi sono boicottata da sola pensando alla musica solo come una passione. Oggi capisco che cantare è la mia ragion d’essere ogni volta che salgo su un palco. Semplicemente, quando canto sento di mettere in pratica un mio punto di forza e un mio bisogno. Questo mi fa sentire realizzata e quello che più mi rende orgogliosa è la possibilità di emozionare l’altro.

Quando hai scritto la tua prima canzone?

Ho scritto la mia prima canzone a 16 anni, non per mia necessità, ma sotto incitazione del mio maestro di pianoforte. Non sapevo dove andare a parare, scrivere d’amore a quell’età mi sembrava banale, allora ho scritto una canzone sulla paura di crescere. Si chiama La speranza dell’attesa, ora mi fa molta tenerezza ascoltarla!

Ph. di Giulia Artoni

Ti chiami Azzurra, se dovessi scegliere un colore che rappresenta la tua musica, quale sceglieresti? L’azzurro come il tuo nome?

Domandone! Non ho mai pensato a dare un colore alla mia musica! Azzurro mi fa pensare alla spensieratezza e in questo momento non mi sento così anche se mi piacerebbe! Se dovessi dare un colore alla mia musica direi arancione. È un colore che mi trasmette positività ed energia ma manche molta intensità ed emotività.

Guardando i tuoi video su YouTube, abbiamo notato che in Segreteria e in Tropicale è centrale il telefono. Per caso in una di queste canzoni hai preso ispirazione da una chiamata che hai ricevuto? Per un artista quanto le chiamate o le chat possono dar vita ad una canzone?

Non ho preso ispirazione da una chiamata in particolare. Sicuramente il telefono è uno strumento predominante nella nostra vita e nelle nostre giornate. Ci mette in contatto con gli altri ma può essere anche un muro. In Segreteria il telefono è quel filo oltre il quale non si sa più cosa aspettarsi, in Tropicale il telefono è un mezzo per cercare conforto. In generale tutto può essere spunto per una canzone, quindi una semplice chiacchierata o un messaggio e spesso mi ritrovo ad annotare frasi sul cellulare!

A proposito di Tropicale… Dal titolo della canzone ci hai trasportato ai Caraibi. Nella canzone però citi Milano, perché?

Eeeeh! Tratto da una storia vera! Sulle mie guance scendeva un temporale tropicale in un momento della mia vita in cui vivevo a Milano!

Frame del video Tropicale di Ivano Colombo

A luglio 2021 è uscito il tuo nuovo singolo intitolato Vongole. Ce ne parli? Dove è stato girato il video musicale?

Vongole è nata di getto due anni fa. Era chiusa nel cassetto e non ero sicura di farla uscire. Poi mi sono detta che io sono anche questa: ironica anche sui temi più importanti e mi sono decisa a pubblicarla. Parla di parole non digerite e che rimangono sotto la pelle per chi come me ha l’abitudine di dosarle. Sono una persona molto pratica e non mi trovo a mio agio con chi promette senza essere sicuro di poter mantenere la parola. Forse sono un po’ pignola, ma preferisco i fatti alle parole! Il video è stato girato a Tortoreto, una località di mare in Abruzzo. Volevamo creare situazioni strane e buffe come essere al mare in tailleur per rimanere sul tema dell’ironia e senza proporre le solite scene al mare in costume!

Nei tuoi brani trasmetti forza e incoraggi te stessa, ma anche chi ti ascolt Pensiamo a Brava in cui canti: “Molla il mondo per terra tanto rimani in piedi” o in Guarda Monet: “Ho cicatrici d’oro, mi riconosci ora che sono tutta intera?” C’è un motivo particolare? Con la tua musica vuoi anche aiutare chi sta affrontando delle difficoltà? 

Credo che la capacità di trasmettere coraggio sia insita nel mio carattere. Di base sono molto ottimista, ma ho anche i miei sbalzi umorali! Quindi specialmente in “Brava” incito gli altri a scrollarsi il mondo di dosso, ma parlo in primis a me stessa. Sono molto critica e spesso mi metto i bastoni fra le ruote da sola. Sto imparando invece a buttarmi perché è meglio sbagliare che avere rimpianti. È meglio avere delle cicatrici che essere perfettamente intatti solo perché non si è corso nessun rischio!

Se dovessi mettere in ordine di importanza il look, il testo della canzone e la voce, quale si troverebbe in vetta alla classifica?

Testo della canzone, voce, look! Senza dubbio!

Ci anticipi qualche novità?

Voglio far uscire un EP che sia un progetto con un sound riconoscibile e personale. Non è facile trovare la propria strada, ma è molto stimolante l’idea di cercare qualcosa di identificativo!

Una canzone che ascolti spesso a cui sei particolarmente legata e che consigli di ascoltare?

Trying my best di Anson Seabra. Malinconica, ma mi aiuta a riconnettermi con me stessa!

Contatti:

Facebook

Instagram

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *