Intervista di Francesca Vantaggiato
Qualche mese fa, noi di Just Kids Magazine insieme a Radio Scream Italia, Diario di Rorschach e Moose Software abbiamo ideato il concorso letterario per racconti brevi Scrivere è libertà.
Hanno partecipato in tantissim* ma solo uno è stato il vincitore, selezionato da un’accurata giuria: Filippo Ratta con il suo racconto Eutanasia di un sentimento. Questo scritto, insieme agli altri racconti selezionati, è stato pubblicato nell’antologia cartacea che si può acquistare online all’irrisorio prezzo di 17,90€!
Ehi! Compralo subito! Il ricavato andrà a beneficio dell’associazione Scream Italia con cui collaboriamo e che ha in serbo tanti bei progetti come Scrivere è libertà!
Ma ora, conosciamo insieme Filippo Ratta, il vincitore della prima edizione del concorso.
Ciao Filippo, come mai hai voluto partecipare al concorso Scrivere è libertà? Hai partecipato ad altri concorsi?
Ho partecipato, negli anni, ad alcuni contest, arrivando a volte primo e pubblicando su alcune antologie a scopo benefico. Ho scoperto questo concorso, quasi per caso. Dal 2014 ad oggi, ho vissuto anni particolari e appena ho appreso la notizia di questa iniziativa ho pensato “devo assolutamente partecipare; ho voglia di rimettermi in gioco”.
piegaci il titolo del tuo racconto, Eutanasia di un sentimento.
Effettivamente è un titolo particolare, ma d’altronde tutto il racconto lo è. Quando inizio a scrivere qualcosa, entro in uno stato come di trance; le idee fioccano e l’inchiostro scorre a fiumi; i problemi arrivano però quando devo dare un titolo agli scritti. In questo caso, ho pensato che Eutanasia di un sentimento potesse essere efficace, un pugno nello stomaco, visto l’argomento trattato, utile a creare ulteriori dubbi nel lettore una volta alzati gli occhi dalla pagina. Il protagonista ha perso la testa per la ragazza? Allora perché non rifiuta di portare a termine il proprio compito? Forse lo considera, a suo modo, un atto di pietà e amore?
Bellissimo colpo di scena, infatti: all’inizio, pensi siano due estranei che si sono conosciuti su un’app di incontri e solo alla fine si scopre che è tutt’altro. Come ti è venuta questa idea
È nato tutto in un modo molto particolare e divertente. Appena ho deciso di iscrivermi al contest ho cominciato a pensare: “E ora? Che si fa?” Qualsiasi idea mi venisse in mente non era buona e sono entrato un po’ in crisi, per così dire. Poi, una notte, ho fatto un sogno già con le parole come direbbe il mio corregionale Vasco Rossi.Ho capito immediatamente che avrebbe potuto scaturirne qualcosa di interessante e mi sono autoimposto di svegliarmi. Mi sono alzato e ho cominciato a buttare giù frasi e dialoghi per non correre il rischio di dimenticare. In pratica, ho passato una notte in bianco. Il giorno dopo, ho iniziato a riempire fogli A4.
Ho una specie di modus operandi, se così si può dire.
In ogni angolo della casa ho post-it e foglietti su cui annoto frasi, intuizioni et similaria. Poi scrivo la bozza su fogli A4, quindi ricopio su laptop e inizio la fase di correzione/revisione.
Ho preso ispirazione da una brevissima scena di un fumetto di Frank Miller (da cui poi fu tratto un film di Robert Rodriguez),Sin city. La tavola specifica durava pochissimo ed era anche tutto sommato semplice, ma nell’oscurità ho cominciato a pensare: “Cosa potrebbe succedere se una una situazione del genere accadesse qui? E se dietro ci fosse una motivazione?”.
Da lì, è partito tutto. L’idea era cercare il più possibile di spiazzare il lettore, facendogli credere qualcosa per poi spiazzarlo totalmente man mano che la storia si sviluppa.
Come hai iniziato a scrivere? Lo fai da tanto? Quali sono i tuoi progetti?
Ho sempre avvertito la necessità di scrivere; fin dalle medie, i miei temi erano infiniti, per la disperazione dei vari professori che spesso mi dicevano “devi per forza riempire almeno tre fogli protocollo? Non riesci ad essere più sintetico?”.
La verità è che mi piace troppo sentire la confortevole presenza della penna stretta nella mano. Poi, un giorno, in seconda ragioneria, una docente di lettere supplente, diede un compito per casa particolare: scrivere un racconto di paura. Immaginai una storia e quando consegnai lo scritto, il professore fu entusiasta al punto da costringermi a leggerlo davanti a tutti, con i compagni di classe euforici. Fu probabilmente in quel momento che capii di avere qualcosa da dire; l’anno seguente cambiò il professore, un insegnante stile Attimo fuggente, a cui sarò per sempre legato, e arrivò la scintilla definitiva.
A dire il vero, ho tantissimi racconti e un paio di romanzi (anche se mi fa strano usare questa parola) pronti.
Spero di trovare presto qualche anima buona disposta a pubblicarmi.
Nel frattempo, devo ringraziare i miei preziosissimi amici: Annapia, Flavio, Valerio, Guido, l’angelo misterioso (soprannome che ho preso dai credits per l’assolo di George Harrison nella splendida Badge dei mitici Cream) e la sua band, Sara e ovviamente mia mamma Marisa e la mia nonna materna Giovanna, nonché il mio nonno materno Giacomo, che da ottobre 2014 mi segue dal cielo.
Il loro supporto per me è, e sarà sempre, fondamentale.
Hai letto gli altri racconti concorrenti? Cosa ne pensi? Te ne è piaciuto qualcuno in particolare?
Sì, li ho letti con grande interesse e curiosità; ho vestito nuovamente i panni di ciò che sono in realtà, nella vita di tutti i giorni: un lettore appassionato e sempre affamato di pagine da divorare. Mi hanno colpito molti racconti e devo fare i miei più sinceri complimenti a tutti i partecipanti perché ci sono scritti di altissimo livello. Non mi pare però giusto citare uno scritto piuttosto che un altro, conserverò i miei preferiti nel cuore, perché la qualità delle opere è veramente alta.
Beh… alla prossima edizione del concorso letterario per racconti brevi Scrivere è libertà!