Per la rubrica Las nenas entrevistan incontriamo Junior V
Ciao Junior V, siamo Elena & Stefy, las Nenas di Just Kids Magazine. Sei un cantautore pugliese, canti in italiano e in inglese, suoni la chitarra e il basso. Come è incominciata la tua avventura nel mondo della musica?
Ciao Just Kids Magazine! Tutto è iniziato con la mia prima band reggae, ci chiamavamo Speriamo che Reggae. Ho iniziato ad avere il primo approccio di scrittura grazie all’ispirazione della cultura che c’è dietro questo genere musicale.
Componi in italiano e in inglese. Hai mai pensato di comporre o cantare in spagnolo?
Inizialmente scrivevo in inglese, poi ho deciso di cantare nella mia lingua per essere più sincero e credibile con la mia musica. In spagnolo? Assolutamente no. Non mi piace la musica latina. Amo tutto ciò che è anglo quindi americano, inglese e australiano.
Chi ascolta per primo le tue canzoni?
Il mio manager Carmine. È come un fratello maggiore e un secondo padre per me. Mi da tanti consigli e cerca sempre di farmi migliorare da tutti i punti di vista. Riguardo le mie canzoni è sempre sincero sulla prima bozze che gli mando.
Nel 2018, con la canzone Il Temporale, sei arrivato in semifinale alle selezioni per il Festival di Sanremo. Ci racconti l’esperienza? Che emozione hai avuto nelle diverse selezioni che hai superato fino alle semifinali?
È stata una bellissima esperienza. Rispetto ad oggi ero molto più acerbo nella scrittura in italiano quindi magari ci riproverei più in là ,con più consapevolezza. Suonai il mio brano Il temporale con Claudio Baglioni di fronte. Beh, direi una bellissima esperienza!
A febbraio di quest’anno, è uscito il tuo nuovo album intitolato Sconosciuti che conoscono l’amore. A cosa o a chi ti sei ispirato per scrivere le canzoni?
Ho iniziato a scrivere i testi di questo disco circa due anni e mezzo fa. I protagonisti sono gli Sconosciuti che conoscono l’amore, ovvero incontri tra sconosciuti che hanno già provato quel sentimento ma hanno paura ad iniziare una nuova relazione. Ho scritto la maggior parte di queste canzoni quando ero on the road con la mia band in tour e mi è capitato di fare degli incontri che mi abbiano sorpreso così tanto da dover scrivere delle canzoni.
Ascoltando Marilù, traccia n.6, abbiamo notato che citi pipi calzelunghe e guardando i tuoi video su YouTube siamo rimaste colpite dalla scelta originale di raccontare le canzoni con le bellissime illustrazioni di Roby Il Pettirosso. Quanto è importante per te comunicare la tua musica attraverso l’arte? Sei appassionato anche di arte, fumetti, disegno?
Per me è importantissimo. L’arte ha tantissime forme di espressione quindi mi piace mescolare musica e disegno attraverso la mia musica. Roby il Pettirosso ha lavorato alla copertina e ai videoclip dei tre singoli estratti dal disco. Per me è un onore perché è riuscito a rappresentare in maniera sublime la mia musica con le sue bellissime illustrazioni. Non sono un grande appassionato di fumetti ma Ernesto (Roby il Pettirosso) mi ha consigliato un bel po’ di fumetti interessanti, man mano mi piacerebbe approfondire la materia.
Toglici una curiosità: chi è Marilù?
Marilù è una ragazza alta, occhi blu che ho conosciuto in un festival. Il giorno dopo la invitai ad uscire e lei non mi parlava, non rispondeva alla mia domande. Era un appuntamento in silenzio. Tornando in hotel mi venne in mente un quadro di Seurat (pioniere del puntinismo- dato che Marilù aveva le lentiggini) chiamato Una domenica pomeriggio sull’isola della Grand-Jatte, in questo quadro ci sono famiglie, coppie e amici sulla riva di un fiume ma nessuno si parla, tutti guardano un punto diverso nello spazio. Quel giorno io e Marilù eravamo sdraiati in quel quadro.
Il 18 settembre da Milano hai aperto il tour, in coppia con il batterista Nicolò De Candia, per presentare dal vivo i brani dell’album. Dopo due anni circa di Pandemia senza live, com’è ora invece ritornare in concerto? Che sensazione provi?
È stata una sensazione unica. Sul palco mi sento me stesso e riesco ad esprimermi al meglio. Dopo lo stop dei concerti ho sentito di nuovo quella bellissima sensazione di farfalle nello stomaco prima di suonare…mi mancava un sacco!
Come sono andate le due prime date del tour: Milano e Torino? Stasera invece tappa a Bologna. Hai già preparato la scaletta delle canzoni? Con quale inizierai?
Benissimo! Siamo in tour con una formazione strana: batteria e chitarra/voce. Io e Nicoló suoniamo insieme da quando eravamo piccoli e abbiamo un sintonia speciale sul palco. Il tour è partito alla grande! A Milano ci siamo sentiti a casa, tantissimi pugliesi in un nuovo centro culturale chiamato Exalge. Concerto intimo e caloroso. Poi Torino è stata un’esplosione di good vibes! Festival stupendo in una location da sogno, spero di tornarci presto magari con tutta la mia band al completo. Siamo pronti per stasera a Bologna! Ci vediamo a Villa Spada!
A proposito di tappe: quali sono i momenti, viaggi o concerti che porterai per sempre nel tuo cuore?
Nel mio cuore ci sarà sempre un viaggio per un concerto. Sziget Festival a Budapest, Bari-Budapest in quattro persone con la 500 L carica di strumenti. Durante il viaggio di ritorno ho tagliato e tagliato i miei dreadlocks: per me resta una tappa importante della mia vita!
Cosa ispira e accende la tua anima più di tutto? Raccontaci…
Nuova musica da scoprire, nuovi posti da visitare, essere un nomade, il buon cibo, il buon vino, le chitarre e le personalità interessanti.
In Nessun sentimento, traccia contenuta nell’album My Shelter, canti: “Mio nonno mi diceva sempre che crescendo perdi il senso delle piccole cose e che nessuno ha più voglia di emozionarsi”. Franz Kafka diceva che i baci scritti non arrivano a destinazione per sottolineare l’impersonalità delle conversazioni a distanza. Kafka non ha vissuto al tempo di Internet, ma aveva già anticipato la freddezza dello schermo. Oggi ci perdiamo nelle emoji e non comunichiamo in maniera profonda le nostre emozioni. Quale soluzione proponi?
Essere più diretti e sinceri con la comunicazione verbale. Molte coppie si lasciano su WhatsApp perché non hanno il coraggio di discutere sui problemi. Crescendo perdi il senso delle piccole cose perché tutto ti sembra scontato e inizia a non essere più una novità. Bisogna tornare ad emozionarsi di più e vivere la vita in maniera vera, non in modo plasticoso e frenetico.
Tra tutte le canzoni che hai scritto, qual è quella a cui sei particolarmente legato?
Vivo. L’ho scritta in un viaggio da Vienna a Bari in macchina; rappresenta i km che ho percorso e quelli che percorrerò in futuro. Ci sono molto affezionato.
Esprimi un desiderio…
Continuare a fare musica per sempre raggiungendo sempre nuovi obiettivi e soddisfazioni.
Le date del tour:
21 settembre – Villa – Tessuti Culturali presso Villa Spada, Bologna
22 settembre – Postwar, Parma
23 settembre – Dopolavoro Ferroviario, Velletri (RM)
26 settembre – Why Nut?! Festival presso Agricola Rufrae, Presenzano (CE)
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