A cura di Elisa Rossi
2 Ottobre 2021
Auditorium, tramonto, persone in fila, risate e voglia di ascoltare musica.
Inizia così la mia passeggiata verso il RomaEuropa Festival nella sala Teatro Studio Borgna dell’Auditorium Parco della Musica.
Tre musicisti sul palco: bassista, batterista e tastierista. Si parte, luci spente, strumenti pronti e via, inizia la performance di Ditonellapiaga, che irrompe dal retro della sala, sfilando tra i presenti che erano lì per ascoltarla.
Brillante, divertente, scenica: Margherita Carducci, in arte Ditonellapiaga, ha catturato l’attenzione del pubblico per 60 minuti, non facendolo respirare, come se da un brano all’altro si rimanesse in una gustosa apnea in attesa della prossima canzone.
Non da meno, la padronanza del palcoscenico: un’artista eclettica, veloce, che ti fa ballare sorridendo.
Da Spreco di Potenziale a Carrefour Express, passando per la cover di Per un’ora d’amore, è riuscita ad alternare voce ed emozioni, trasmettendole sempre coerentemente con il suo di stato d’animo, che per una giovane artista non è sempre una cosa semplice.
Cassa dritta, R&B, elettronica, reggaeton = Morsi, il primo EP dell’artista, uscito per Dischi Belli, l’etichetta discografica di Andrea Esu.
Cambio palco, dj eclettico dai capelli riccissimi neri, vestito con una favolosa canotta di payette. Prepara la scena a lei, Boyrebecca che travolge il palco con la sua personalità provocatoria.
Boyrebecca si definisce 50% ragazzo e 50% lolita crazy e non contraddice di certo la sua descrizione con le sue arti perfomative sul palco: scende spesso nella platea, giocando e divertendosi con il pubblico, crea complicità, sfida.
Tra Yosì Tunò, Diabla, e Dulche de leche (brano che ha avuto la collaborazione di Myss Keta) Rebecca Griffith, aka Boyrebecca, trasforma, la pop music, mixata ad un sound che deriva dal Messico, in un ritmo coinvolgente e provocante nello stesso momento, che invita il pubblico a muoversi (anche se sulle sedie) per seguire il suo sound.
Una performance certamente movimentata, che però non è riuscita a convincermi del tutto, anche musicalmente. Una personalità sicuramente eccessiva, quella di Boyrebecca, anche se non ho capito bene quale fosse l’intenzione o il messaggio che sarebbe dovuto arrivare. Sono rimasta un po’ perplessa, lo devo ammettere.
E così, riflettendo su quanto appena visto e continuando a ballare, tra una vibrazione e l’altra, mi avvio verso l’uscita con la curiosità di chi tornerà il giorno che segue.
03 Ottobre 2021
Eccomi qui, di nuovo all’Auditorium Parco della Musica per il Roma Europa Festival, di nuovo in fila per il pacchetto completo di green pass/controllo temperatura/biglietti e poi lei… la Musica.
Chiara Floris, in arte Bluem, inizia il suo concerto con i suoi suoni, i suoi giorni della settimana: Lunedì, il concerto parte così e nel giro di pochi secondi, le vibrazioni degli effetti sonori e le frequenza basse, arrivano dritte allo stomaco, come un pugno. Ma di quelli che non fanno male, anzi.
Abbiamo ripercorso tutta la settimana dal Lunedì alla Domenica, dalla malinconia, ai ricordi della nonna alternando qualche inedito per noi.
È stato proprio quell’alternarsi tra beat elettronico, synth, chitarra, cori e la voce di Bluem, che ha creato quella magia che ci ha riportato nella Notte.
Perdersi, insieme a lei, nel suo mondo ha permesso al pubblico presente in sala di estraniarsi totalmente nella musica.
Timida, riservata e con una voce delicatissima.
Ad esibirsi in un live intimo e acustico dopo Bluem, arriva La Niña, vero nome Carola Moccia, che ha completamente ipnotizzato la sala. La Niña, accompagnata da Marco, il suo violinista, si è seduta davanti al pubblico per creare empatia.
Ha raccontato e vissuto, insieme a noi, ogni singola canzone, aiutandoci a capire da quale emozione derivassero i suoni.
Ha strappato sorrisi raccontandoci che la chitarra con cui stava suonando aveva 230 anni e quindi aveva bisogno di corde di seta.
Tra Salomè, Tu, Lasseme Sta’, Na cosa sola è riuscita a catturarci, portandoci nella sua Napoli, facendoci conoscere quei suoni, quei profumi, quelle storie e quei rumori.
Ad accompagnare La Niña durante il suo secondo (ndr) concerto, c’è stata anche Serena Brancale: duettando insieme a Carola, ha creato un momento di equilibrio musicale davvero bello e singolare.
Due serate belle, piene di vibrazioni musicali, piene di suono e ricche di sogni.