Testo a cura di Mery Perillo Scarpato + Illustrazioni di Alice Galimberti
Tuca tuca, il ricordo di Raffaella Carrà
Ginocchia, ginocchia
fianchi , fianchi
spalla, spalla
fronte, fronte
e poi mi guardi
apri le braccia e sorridi.
Questo è il testo della canzone che cantava Raffaella Carrà accompagnando il famosissimo ballo, conosciuto in tutto il Paese come Tuca Tuca. Movenze che hanno fatto la storia della televisione italiana.
Il Tuca Tuca, canzone scritta da Gianni Boncompagni che ne creò anche la coreografia, viene presentato per la prima volta nel 1971 durante la trasmissione Canzonissima, dove venne ballato da Raffaella ed un ballerino allora ancora abbastanza sconosciuto, ma che poi sarebbe diventato uno dei creatori della prima scuola di danza moderna, ovvero Enzo Paolo Turchi.
L’articolo comparso su I mitici anni 60 – 70, dal titolo Il Tuca Tuca, il ballo più peccaminoso della Tv italiana (1971), descrive il Tuca Tuca come una sorta di gioco con movenze ammiccanti, accompagnate dall’inimitabile testo:
Mi piaci ah ah
mi piaci ah ah ah
mi piaci tanto tanto ah
E quando ti guardo lo sai cosa voglio da te
E quando mi guardi lo so cosa tu vuoi da me
Ebbe così tanto successo, che la canzone diventò un vero e proprio tormentone non solo in Italia, ma anche in tutto il mondo. Un aneddoto storico legato al Tuca Tuca fu la performance della Carrà insieme ad Alberto Sordi nel 1970, durante la trasmissione Canzonissima, condotta dalla stessa Raffaella ed in onda sulla RAI.
L’emittente naazionale riteneva che il Tuca Tuca fosse un balletto troppo sensuale e lo censurò. Lo sdoganamento fu abbattuto solo quando lo stesso Alberto Sordi, minacciò di non partecipare al programma se non avesse potuto ballarlo con Raffaella. Così venne raggiunto un importante traguardo della storia italiana: un passo di danza che abbatte i muri in favore dell’emancipazione femminile, della trasgressione e della consapevolezza della femminilità della donna.
Raffaella Carrà è scomparsa a Roma il 5 luglio 2021. Lei che è stata un’icona dalle risorse infinite, capace di trasformare semplici spettacoli in veri e propri simboli di una nuova era di libertà da ogni costrizione in un’epoca ancora troppo benpensante.
Come afferma l’articolo di Wired dal titolo Perché Raffaella Carrà è un’icona transfemminista senza tempo, Raffaela in Spagna viene ricordata come donna inimitabile non solo per il suo animo ribelle, ma anche per la sua genuinità. L’eco della sua influenza culturale è talmente grande che a lei è stato dedicato il minuto di silenzio durante gli Europei di calcio Italia – Spagna.
l famoso Tuca Tuca ha rappresentato certamente una novità in fatto di stile, ma anche un nuovo modo, del tutto particolare, di dichiararsi alla persona che ti piace. Un approccio fisico, ammiccante, da donna consapevole del proprio corpo e delle proprie necessità.
Raffaella rimarrà sempre nei ricordi di ciascuno di noi, impossibile dimenticarla. Un’artista che ha coinvolto e fatto ballare il mondo intero. Le sue canzoni sono immancabili in qualsiasi playlist di feste di compleanno e capodanni. Rendono tutto più divertente.
In macchina siamo solite a cantarle a squarciagola con lo stereo a tutto volume, così che la nostra voce possa arrivare a lei.