Intervista di Gianluca Clerici
Cantautore italo tedesco che ritrova la sua lingua primigenia e la sceglie per cantare all’uomo e alla terra il suo amore alla vita. Si intitola “Per amore alla vita” questo nuovo disco di Marco Augusto che si impreziosisce anche della collaborazione di Greenpeace e della splendida Julia Bless per firmare il video e il singolo “Terra Tremante” che mettiamo in rotazione. Di società e di quotidianità vive questo lavoro che quindi non può esimersi dalle consuete domande, altrettanto sociali, di Just Kids Society.
Iniziamo sempre questa rubrica pensando al futuro. Futuro ben oltre le letterature di Orwell e dei film di fantascienza. Che tipo di futuro si vede oltre l’orizzonte? Il suono tornerà ad essere analogico o digitale?
Bella domanda! Se intendi il modo di produzioni musicali ci saranno sempre anche gli amanti del suono antico, se parliamo del modo di vivere, credo che l’analogico, il naturale, lo spirito in noi, rimarrà sempre la base più forte e vera.
I dischi ormai hanno smesso di avere anche una forma fisica. Paradossalmente torna il vinile. Ormai anche il disco in quanto tale stenta ad esistere in luogo dei santi Ep o addirittura soltanto di singoli. Anche in questo c’è un ritorno al passato. Restiamo ancora dentro al futuro: che forma avrà la musica o meglio: che forma sarebbe giusta per la musica del futuro?
Secondo me non è essenziale la forma, essenziale è, che viene fatta in modo autentico, che sia vera e che nasce dal cuore. Le nuove generazioni sono creativissime, conosco un sacco di ragazzi, di musicisti giovani bravissimi con delle idee, a quali io non ci arriverei nemmeno. La musica sarà sempre una piattaforma piena di sorprese, piena di forza e di nuove energie.
La pandemia ha trasposto il live dentro incontri digitali. Il suono è divenuto digitale anche in questo senso… ormai si suona anche per interposto cellulare. Si tornerà al contatto fisico o ci stiamo abituando alle nuove normalità?
Io lo vedo positivo: Indubbiamente tornerà il contatto fisico e sarà arricchito dalle nuove possibilità tecniche come per esempio il live-streaming, cosa stupenda, perché puoi raggiungere all’improvviso un uditorio mondiale. Grande!
Ed è il momento di parlare di questo nuovo progetto di Marco Augusto. Un disco classico, di pop leggero ma anche impegnato e impegnativo dentro messaggi di vita che voglio abbracciare tutti noi. Come si inserisce dentro una scena ampiamente devota alla musica leggera digitale, immediata e quasi sempre densa di contenuti superficiali?
Sono contento se questo mio disco trasporta un tocco come lo descrivi tu. Per me è un racconto, in quale vorrei far luce su quello, che davvero conta, la profondità, che ognuno in noi porta con se, una felicità – forse spirituale –, che va oltre quello, che giorno per giorno ci sembra realtà. E poi, sai, infine ho fatto venire questa musica, questi testi, semplicemente facendo… senza pensarci troppo sopra.
E poi tutti finiamo su Spotify. Parliamo tanto di lavoro ma alla fine vogliamo finire in un contenitore in cui la musica diviene gratuita. Non sembra un paradosso? Come lo si spiega?
Se scrivi delle canzoni, se crei dell’arte, normalmente la vuoi far vedere al mondo, a più persone possibili, perché hai da dire qualcosa, che ti sembra importante. Spotify, Facebook & Co sono piattaforme, che per questo scopo possono essere molto utili, io ci trovo molto di positivo e di interessante. Il mondo da sempre cambia, e cambiano gli attrezzi, il modo di comunicare etc. Se è l’amore per la musica, per la vita, che ci spinge, la voglia di vivere e l’affetto per il mondo, tutto va bene.
Dunque apparenza o esistenza? Cos’è prioritario oggi? La musica come elemento di marketing pubblicitario o come espressione artistica di un individuo?
L’apparenza e l´esistenza non si contraddicono. La base dovrebbe essere l’espressione artistica, l’arte di un buon marketing però è una cosa affascinante, che ti aiuta a raggiungere il prossimo, a spargere le tue idee artistiche.
A chiudere, da sempre chiediamo ai nostri ospiti: finito il concerto di Marco Augusto, il fonico cosa dovrebbe mandare per salutare il pubblico?
Un abbraccio pieno d’amore, una grande porzione di speranza, una spinta verso la voglia di vivere… e come finale: Un grande sorriso dal profondo del nostro cuore.