LE INTERVISTE DI JUST KIDS SOCIETY: CARSICO

Intervista di Gianluca Clerici

Il primo appuntamento del 2022 di questa nostra rubrica scende dentro le classiche trame del folk americano, dove impera una chitarra acustica e l’intimità di una voce calda che narra storie e vita vissuta. E qui il pregio di un disco come questo si affida anche dentro le soluzioni artistiche e di suono guidate da Manuel Volpe. Parliamo di Carsico, al secolo Francesco Cavecchi e di questo disco dal titolo “Terra/Cielo” uscito per Alter Erebus e che in se racchiude l’uomo e le sue maschere, le sue fragilità ma anche un senso buono di sfumature world. A lui rivolgiamo le nostre domande sociali come da prassi…

Iniziamo sempre questa rubrica pensando al futuro. Futuro ben oltre le letterature di Orwell e dei film di fantascienza. Che tipo di futuro si vede oltre l’orizzonte? Il suono tornerà ad essere analogico o digitale?
Sono due domande affascinanti alle quali non saprei dare risposta…il futuro per definizione deve essere ancora scritto, dunque concediamoci una nota di speranza, anche se, in effetti, non mi pare si sia diventati “migliori”, ecco. Riguardo il suono credo che il ritorno all’analogico non sia un’idea peregrina, si attinge sempre dal passato, ciclicamente, per tentare di riscriverlo.

I dischi ormai hanno smesso di avere anche una forma fisica. Paradossalmente torna il vinile. Ormai anche il disco in quanto tale stenta ad esistere in luogo dei santi Ep o addirittura soltanto di singoli. Anche in questo c’è un ritorno al passato. Restiamo ancora dentro al futuro: che forma avrà la musica o meglio: che forma sarebbe giusta per la musica del futuro?
Credo, semplicemente, che l’unico obiettivo del futuro debba essere quello della sostenibilità ambientale, dunque, ed è un umile appello, cerchiamo di muoverci esclusivamente in questa direzione per il bene di tutti.

La pandemia ha trasposto il live dentro incontri digitali. Il suono è divenuto digitale anche in questo senso… ormai si suona anche per interposto cellulare. Si tornerà al contatto fisico o ci stiamo abituando alle nuove normalità?
La contingenza del momento ha indotto molti a tentare la strada dell’incontro digitale, anche in modo molto ricco e virtuoso in alcuni casi. Ma il contatto fisico, il contatto visivo e spirituale tra pubblico ed artisti è imprescindibile, fondamentale, parte integrante del “rito”. Dobbiamo sperare di tornarci presto.

 

Scendiamo dentro questo lavoro di Carsico. Un disco di folk italiano che però con se ha il sangue americano, internazionale e dai suoni sottilmente world. Un disco di ricerca sicuramente e di dettaglio: come si inserisce dentro una scena ampiamente devota alla musica leggera digitale, immediata e quasi sempre densa di contenuti superficiali?
Tutto, ho quasi, ha dignità, non esiste contrapposizione tra alto o basso, diciamo. Manuel Volpe ed io abbiamo scelto di dare questo vestito, tentando di essere onesti e raffinati senza essere capziosi; semplicemente questo è quello che sappiamo fare, il modo nel quale vogliamo scrivere, suonare, arrangiare, senza strizzare l’occhio a certa musica leggera ma, allo stesso tempo, senza peccare di tracotanza stilistica.

E poi tutti finiamo su Spotify. Parliamo tanto di lavoro ma alla fine vogliamo finire in un contenitore in cui la musica diviene gratuita. Non sembra un paradosso? Come lo si spiega?
Tutti finiamo su Spotify, ma anche su YouTube, piattaforme profondamente inique rispetto alla distribuzione e la promozione dei piccoli…semplicemente non esistono quasi alternative, dunque tocca adeguarsi e star lì, pure molto controvoglia.

Dunque apparenza o esistenza? Cos’è prioritario oggi? La musica come elemento di marketing pubblicitario o come espressione artistica di un individuo?
La deriva social, l’esigenza di creare profili mirabolanti per certificare un immaginario riguardo la propria esistenza che provochi apprezzamento, se non invidia, negli altri, è pericolosa…dunque si è di fronte a molti bivi, appunto, esistenza o apparenza, marketing o approccio “duro e puro”? Ognuno provi la strada che preferisce, come sempre, e i conti si faranno alla fine.

A chiudere, da sempre chiediamo ai nostri ospiti: finito il concerto di CARSICO, il fonico cosa dovrebbe mandare per salutare il pubblico?
“Where have all the flowers gone” nella versione di Marlene Dietrich.

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