Poesia di Davide Emanuele Iannace
Infiniti salti
Infiniti salti tra
infiniti universi cercando
infiniti abbracci.
Tra stelle vaghe e silenti,
il suono delle viole
confonde gli spasmi della notte con
i concerti dentro bar
notturni e notturnali.
Tra infiniti scherzi,
si ripetono infiniti gesti
di infiniti occhi
Che diventano finite notti,
all’attesa di albe calde
mentre il gelo ghiaccia
le strade urbane
E sotto gli alberi le gonne
si alzano al tocco di amanti
mentre anziani guardano
foto più antiche e
libri prendono polveri
mentre i lettori s’amano.
I tetti scricchiolano,
sotto il peso di amici
stesi a guardare le stelle
mentre infiniti dei
attendono dormienti che le finite giornate
diventino gagliarde avventure,
prima sognate e poi
stranamente vissute.
In infiniti salti,
infiniti universi si perdono
tra infiniti racconti.
Quando l’ultimo pub chiude,
e le camice macchiate a malapena
si richiudono,
c’è tra le labbra
l’infinito di due possibilità
e l’infinito di assenzi silenzi.
E poi ci sono,
solo infinite parole che
diventano finito inchiostro mentre
si scrivono a te.
E le altre storie,
le lasciano ai tetti ancora da disegnare
e le case ancora da riempire,
di infiniti umani.