Poesia di Davide Emanuele Iannace
Amman
Me la ricordo la città e il sole,
i ginepri in fiore, gli aranci profumati.
Il cane che mi abbaiava timoroso,
il muezzin che intonava canti
A Dio.
Mancavi giusto tu, il tuo viso,
perché la tua voce mi accompagnava
in quei giorni di tempesta.
Quella città tra nubi e soli,
ora sembra una lontana amante.
Ne ricordo il blu de cielo,
il giallo dei palazzi,
il bianco dei tetti.
La sensazione delle mani tra fili
d’erba,
di me che mi stendo a fumare
e sognare del distante mare.
Eppure fu tormento,
perché senza te, senza il tuo
sorriso, il tuo sguardo curioso,
ero in una bella baia sì,
ma ero perso.
Non potevo innamorarmi o odiare lì,
perché non potevo amare o odiare me.
Così ogni bacio all’ombra dei
minareti,
Fu fugace tentativo di vita.
Mancava un pezzo,
e cento scale non mi portarono vicino
a coglierlo e raccoglierlo.
C’era bisogno di sale e mare,
ma io avevo solo whisky,
un telefono e dolore