Intervista di Gianluca Cleri
Dischi come questi sembrano bloccare il tempo a quando il rock americano diventava epico, figlio di allegorie fantastiche, di quando il prog nella sua fascinazione lirica sembrava invadere il pop main stream della nostra quotidianità. E poi i suoni, veri o digitali che siano, suonati, composti, voluti e ricercati. “Mostralgia” è un disco pregno di tutto questo a firma di due sole anime che a tutto hanno pensato, ad ogni angolazione, ad ogni piccolo frammento: Francesco Quinto e Alessandro Tacchini in arte i Soudelirio, fanno il loro esordio che vi invitiamo a spulciare come si deve, senza etichette sommarie, senza pregiudizi e senza fretta. C’è di tutto… e, volendo, anche il contrario di tutto. Misuriamo dunque il loro punto di vista dentro le nostre consuete domande di Just Kids Society:
Iniziamo sempre questa rubrica pensando al futuro. Futuro ben oltre le letterature di Orwell e dei film di fantascienza. Che tipo di futuro si vede oltre l’orizzonte? Il suono tornerà ad essere analogico o digitale?
Così, a braccio. Il futuro della musica sarà auspicabilmente un ritorno a Itaca. Si raggiungeranno picchi di arte sintetica. I mezzi a disposizione già consentono anche a chi non ha mai messo un dito su di un pianoforte di realizzare un album. Poi tutto crollerà. Ci si tornerà a chiedere “perché rimango a casa con la mia chitarra in braccio invece di sfondarmi di aperitivi?” E la risposta arriverà, ad ognuno. Credo che rimarrà in piedi solo chi ha qualcosa da dire e se non lo fa esplode/implode. L’arte, dalla più umile a quella sublime, è una irrinunciabile urgenza interiore. Personale. Autentica. E servono strumenti autentici. Nei secoli dei secoli.
I dischi ormai hanno smesso di avere anche una forma fisica. Paradossalmente torna il vinile. Ormai anche il disco in quanto tale stenta ad esistere in luogo dei santi Ep o addirittura soltanto di singoli. Anche in questo c’è un ritorno al passato. Restiamo ancora dentro al futuro: che forma avrà la musica o meglio: che forma sarebbe giusta per la musica del futuro?
Il nostro “Mostralgia” è uscito in doppio vinile. 12 pezzi che sguazzano su solchi vinilici comodi. E speriamo che la qualità di questa scelta possa essere apprezzata da chi,come noi, compra musica esclusivamente in vinile. Per non parlare del rock. Non potremmo mai immaginare di ascoltare un disco dei Kiss in formato mp3…In avanti, confidiamo in un rifiorire di negozietti con quell’inebriante odore di una volta. Scartabellare 33 giri e strabuzzare gli occhi con un titolo in mano, come quando si ritrova un amore perduto…
La pandemia ha trasposto il live dentro incontri digitali. Il suono è divenuto digitale anche in questo senso… ormai si suona anche per interposto cellulare. Si tornerà al contatto fisico o ci stiamo abituando alle nuove normalità?
Per noi fare musica è anche un modo di cercare corrispondenze e relazioni con altri esseri umani. Se il suono si diffonde nell’etere va bene ma non basta. Curiosamente, qualcosa del genere lo diciamo in un nostro brano presente su Mostralgia dal titolo “Oggetti smarriti”….senza contatto siamo noi stessi a dimenticarci di avere un corpo..
Scendiamo nelle trame di “Mostralgia”, il disco d’esordio dei Soundelirio. Disco di rock, di prog, disco di pop anche, perché non vi private delle belle soluzioni melodiche. E poi i testi che affrontano con un peso intelligente la critica sociale dell’individuo. Insomma un disco di contenuti tutt’altro che snelli. Dunque vi chiedo: come si inserisce dentro una scena ampiamente devota alla musica leggera digitale, immediata e quasi sempre densa di contenuti superficiali?
Intanto grazie davvero per le belle parole. Che dire? Quello che suoniamo deve piacere a noi, prima di tutto. E non per snobbismo. Ma perché se non piace a noi non abbiamo neppure il diritto di diffonderlo al di fuori. Alla fine di ogni brano scritto per Mostralgia ci siamo chiesti se, nel risentirlo, avevamo sentito emozioni e brividi. Solo i pezzi che hanno passato il test sono finiti nel disco. E i brividi ti vengono solo se c’hai messo dentro una parte di te, autentica.
E poi tutti finiamo su Spotify. Parliamo tanto di lavoro ma alla fine vogliamo finire in un contenitore in cui la musica diviene gratuita. Non sembra un paradosso? Come lo si spiega?
I SounDelirio hanno proposto qualcosa di personale. E’ il nostro ritorno al rock, un genere che in Italia sta solo ora (con nomi ormai iper-prestigiosi) tornando alla ribalta. Siamo orgogliosi che ci sia una rivitalizzazione in questo senso. Se Spotify aiuta la diffusione del “verbo”…come potremmo non esserne lieti?
Dunque apparenza o esistenza? Cos’è prioritario oggi? La musica come elemento di marketing pubblicitario o come espressione artistica di un individuo?
Per noi la risposta è scontata. “Mostralgia” è un pezzo della nostra anima. Nient’altro. Realizzarlo è stato emozionante e catartico allo stesso tempo. Marketing? Suoniamo proprio per non dover pensare a cose così…un problema forse di chi è a livelli talmente alti da preoccuparsi di restare in cima. Noi facciamo musica per necessità (interiore!). E stiamo bene sul fondo dello stagno…purchè si faccia rock.
A chiudere, da sempre chiediamo ai nostri ospiti: finito il concerto dei Soundelirio, il fonico cosa dovrebbe mandare per salutare il pubblico?
La musica più bella che sia mai stata scritta…”S.T.A.Y.” di Hans Zimmer, il soundtrack del filmone “Interstellar”…