Poesia di Davide Emanuele Iannace
Occhi blu
Sei solo due occhi blu
o forse lo squarcio in un pomeriggio
dove anche il sole dorme.
Potevi essere anche un oceano,
ma eri lì, e so che eri
esistenza effimera.
I lampi spaventano quando
non c’è nuvola ad anticipare.
Ci si poteva danzare
tra quelle iridi bluastre così
in rottura con tutto ciò che
sembravi poter essere,
poeta, attrice, nemica,
forse amica, forse amante
di qualche corpo morto tra le sedie,
forse osservatrice di casuali eventi
come me che osservo la casuale te.
Occhi blu possono sembrare il cielo,
eppure i tuoi ricordavano le onde,
perse tra le parole quasi vuote
e tra gli sguardo assonnati
di eventi troppo tardi finiti.
Eppure, eri lì, sentiero di musica
e di azione, poi scomparsa come
l’onda mista alla marea.
Che potevi essere, tu,
se non tutto ciò che potevo
essere io?
Guardare due occhi è come cercare
riflessi negli specchi.
Non troviamo che la forma che
vorremmo già vedere, che manipoliamo
con giochi e vetri fino a diventare
la definitiva essenza falsificata.
Forse, però, nei tuoi occhi
avrei potuto vedere la verità
persa tra i marmi eoni fa.
Non sapremo mai se
il fato è sottile o forse
ci aveva ariso in quei pochi istanti
di incroci tra pagine bianche,
di sorrisi, poi, del nulla.
Occhi blu, where are you?