L’EP si apre con Global Obscurity, un brano dal sapore complottista dove viene a crearsi un tira e molla di tensioni sulla quale poggiano elementi industrial e ritmiche soffocanti. Una resa sonora di come il dissenso venga tacciato in modo subdolo attraverso una macchinazione mediatica.
A seguire la misteriosa e titanica Dark Dawn, una traccia costruita su una trama densa combinata a ritmi roboanti, un allarme latente volto a significare che qualcosa di estremamente oscuro e malefico sta arrivando.
In “Spiral” le atmosfere si fanno eteree e rarefatte assieme ad un incidere ritmato che, come da titolo, rappresenta la nuova e folle concezione progressiva del tempo in cui l’uomo è intrappolato.
Il tutto si ferma quando in Riavvio i paesaggi sacrali aprono alla possibilità di respirare e quindi di riflettere e resistere a questo flusso apparentemente irreversibile. Possibilità che trova la sua luce in Eterno Altrove, traccia di chiusura del disco. Un soliloquio dell’anima, scandito da una progressione armonica circolare e ossessiva che va alla ricerca della propria autentica voce, quell’autenticità che in un’epoca di chiacchiericcio e rumore viene sempre meno.