Intervista di Las Nenas
Ciao Marianne, siamo Elena & Stefy, las Nenas di Just Kids Magazine. Benvenuta nella nostra rubrica. Sei un’arpista, musicista terapeuta e ricercatrice in musicologia e musicoterapia. Puoi dirci quando la musica ha fatto irruzione nella tua vita? Quando ti sei innamorata di questo bellissimo strumento che è l’arpa?
Ciao Elena e ciao Stefy, grazie per l’invito!
La musica è arrivata molto presto nella mia vita. A 5 anni ero a casa di una vicina e ho intravisto un’arpista in TV: mi innamorai all’istante dello strumento, della sua forma e del suo suono. Tornata a casa, ho chiesto a mia mamma di poter suonare l’arpa, ma le risorse in quel momento non lo permettevano. Un po’ più tardi, ci siamo trasferite a Lannion, una cittadina in Bretagna; al Conservatorio stavano organizzando una classe di arpa celtica con prestito di strumenti per neoiscritti. Finalmente era arrivato il momento! Mi ricordo benissimo l’euforia quando l’arpa è arrivata a casa: non ho smesso di suonarla per un giorno intero!
Nietzsche diceva che “l’arte è una virtù terapeutica”. Tu aiuti con la tua musica, in particolare, combinando le tecniche di meditazione con la consapevolezza di sé attraverso l’arpa. Quanto è importante per te aiutare gli altri?
Credo che comprendere la nostra interdipendenza sia stato fondamentale: la mia felicità dipende dalla tua e non posso crescere se non cresci anche tu. Io stessa sono grata per le numerose persone che mi hanno aiutata e che ancora oggi mi aiutano lungo il cammino e per cui mi sembra naturale ridare indietro almeno quanto abbia ricevuto. Oggi molte persone vivono sulla propria pelle i cambiamenti veloci della nostra società: per alcuni l’adattamento è facile, per altri è più complesso.
Credo che la missione dell’arte sia proprio quella di comunicare la speranza e di condividere la possibilità della trasformazione positiva. In questa dimensione, la musica e alcune tecniche meditative, come quelle che ho imparato nell’International School of Self-Awareness possono aiutare a prendere consapevolezza di sé e a trovare le risorse interiori per attuare il cambiamento.
Ci spieghi cos’è l’arpaterapia?
L’arpaterapia è una forma di musicoterapia ricettiva suonata dal vivo. È una professione riconosciuta negli Stati Uniti dal National Standards Board for Therapeutic Musicians ed ora è in grande espansione in Europa.
L’arpaterapeuta crea un ambiente sonoro che favorisce il benessere e il naturale riequilibrio del cliente, attraverso una serie di elementi musicali quali la risonanza che influenza il rilassamento dei tessuti, il ritmo, che permette la regolarizzazione e la stabilizzazione dei bioritmi (battito cardiaco, respiro, sistema nervoso), le improvvisazioni modali e la tipologia di musiche scelte che stimolano l’espressione di emozioni positive. L’arpaterapia non ha controindicazioni e può essere svolta in svariati ambiti come l’ospedale, le case di risposo, i centri di accoglienza per migranti, i centri olistici, le scuole, le imprese e in molte altre strutture.
Il 14 febbraio hai partecipato al 21rst World Sound Healing Day ideato da Jonathan Goldman. Ci parli dell’evento?
Volentieri! Il World Sound Healing Day è stato creato da Jonathan Goldman, uno dei più importanti sonoterapeuti al mondo. Ha pubblicato numerosi libri e realizza seminari negli USA sul potere terapeutico dei suoni. Ogni anno, il 14 febbraio, persone da tutto il mondo si collegano idealmente attraverso il suono, realizzando, online o in presenza, un evento per la loro comunità. Il portale www.worldsoundhealingday.org raggruppa questi eventi e sono felice di aver rappresentato l’Italia, insieme a tanti altri colleghi connessi da ogni continente.
Ho presentato la prima meditazione di una serie sugli elementi (Terra, Acqua, Aria e Fuoco) che terrò a Bologna per il Mantra Yoga Centre. Il suono, come l’intenzione, viaggia anche su canali molto sottili, molto più veloci dell’aria o della materia di cui sono fatti i nostri corpi fisici. Questo evento di sensibilizzazione permette non solo di accrescere la nostra rete, di fare conoscere i benefici del suono terapeutico, ma anche e soprattutto di unirci in intorno a valori di pace, d’amore e di collaborazione. Con questa onda sonora, vogliamo raggiungere il più grande numero di persone possibili, comprese quelle per cui a volte ci sentiamo impotenti, penso in particolare alle persone colpite dagli ultimi eventi accaduti in Turchia e in Siria.
Collabori con la cantante italo-finlandese Thea Crudi. Come vi siete conosciute e cosa vi unisce?
Ci siamo conosciute sulla rete, Thea è molto attiva sui social e cercavo una cantante con cui creare musica terapeutica e spirituale. Il nostro incontro dal vivo è stato immediato e abbiamo capito di avere molto in comune al di là della musica: la passione per la bellezza, la gioia di vivere e il desiderio di incontrare nuove persone. Di recente, abbiamo pubblicato un album, Women of Light, dedicato alle donne che, in tempi e luoghi molto diversi, hanno trasmesso saggezza e positività alla società nella quale vivevano.
Come scegli i luoghi delle tue esibizioni? C’è qualche luogo che porti nel cuore?
A volte mi propongo e a volte sono gli organizzatori che mi scelgono: credo che ci sia una risonanza, che è connessa all’estetica e al contesto artistico di ogni evento, ma anche ad una visione della vita e ad una cura speciale per l’insieme degli elementi che la compongono. Sono molto affascinata dalla bellezza delle città d’arte italiane e per me è un onore immenso aver potuto portare la mia arpa a Palazzo Ducale a Venezia, a Palazzo Schifanoia a Ferrara, nel Castello Sforzesco a Milano, nei teatri storici della penisola e in mille altri luoghi dove arte e natura si incontrano, come Villa Cimbrone a Ravello. Ho ricordi di luoghi naturali mozzafiato, del mare sul Monte Conero o in un rifugio a due passi dal Monte Rosa sopra il lago di Como.
All’estero ho potuto suonare in contesti molto variegati e prestigiosi, e credo che oltre alla bellezza delle città, sia stata colpita dalla diversità ambientale e dalla ricchezza umana: suonare per esempio a Copacabana a Rio de Janeiro, vicino ad un monastero buddista a Hong Kong, in un teatro storico a Mumbai, ai piedi dei megaliti di Newgrange in Irlanda o vicina alle Piramidi al Cairo sia stato come vivere più vite in una! Mi colpisce molto l’umiltà delle persone che avendo poco hanno in realtà la ricchezza più grande: la felicità negli occhi. Mi sono chiesta più volte se non mi fossi persa qualcosa in questa vita!
La tua musica canalizza la nostra energia nel qui e ora: aiuti le persone a sviluppare la loro consapevolezza e a trovare la loro armonia, il loro suono interiore. Secondo te perché le persone al mondo di oggi faticano a trovare se stesse e una pace interiore?
Viviamo in un momento dove tutto è sempre più accelerato e veloce, per cui si ha poco spazio e tempo per riflettere sulla direzione che si desidera prendere davvero, al di là di quello che ci è stato consigliato in famiglia, dagli amici, dalla scuola e al di là di quello che corrisponde al bisogno di essere ammirati. Siamo molto attenti alla nostra esteriorità, alla carriera, alle finanze, alle relazioni, al fisico, al divertimento o al prossimo obiettivo e poi ci dimentichiamo di ascoltare cosa sentiamo, quali emozioni ci abitano e quale relazione d’amore abbiamo con noi stessi. È un dono poter prendere del tempo per conoscersi e connetterci con la nostra parte più sottile.
Ci consigli un tuo brano da ascoltare per concentrarsi durante lo studio, un altro per ridurre le energie negative e uno invece per l’insonnia?
Domanda difficilissima! Forse, per studiare consiglierei Rosa Sempiterna dall’album Vita Nuova, che aiuta a strutturare il pensiero senza però rubare l’attenzione alla concentrazione; per entrare in contatto con emozioni positive, consiglierei Destati dall’album Ankaa, che ho composto ascoltando le note che un merlo cantava di primavera davanti a casa mia; per l’insonnia proporrei Balance dall’album Believe che ho composto nella chiesa di San Biagio, vicino ad Assisi, in un momento magico di ispirazione e di profondo rilassamento.
Siamo entrati nell’era dell’Aquario, un’era che porterà notevoli cambiamenti e come afferma il maestro spirituale Omraam Mikhaël Aïvanhov: “[…] porterà grandi sconvolgimenti che faranno comprendere agli uomini la realtà del mondo spirituale e delle leggi che lo reggono.” Secondo te arriveremo a costruire un mondo di fratellanza e soprattutto riusciremo a comprenderci nella conoscenza gli uni con gli altri?
Di natura sono ottimista e quindi voglio dirvi di sì. È vero che la strada è lunga e che molte delle nostre manifestazioni umane ci portano a pensare il contrario. Sono convinta che ognuno di noi, può, nella sua sfera di influenza, creare ponti invece di criticare e cercare alleanze invece di lamentarsi.
Hai un portafortuna?
Ho un anello che mi ha regalato mia nonna quando ero bambina.
Ci sveli alcuni dei tuoi eventi in programma e dove possiamo venirti ad ascoltare dal vivo?
Volentieri: il 26 febbraio sarò a Bologna per la Galleria d’Arte De’ Marchi; il 4 marzo a Parma per la presentazione del film Si può fare di Thomas Torelli; il 12 marzo a Rieti con Thea con il programma Women of Light; il 25-26 marzo a Abano Terme per un programma di arpa e yoga alle terme con Federica Gorni; ad aprile e a luglio sarò in Francia per bellissimi eventi e festival nella capitale e in provincia; altri eventi sono in corso di definizione per la primavera e l’estate, trovate tutte le date su www.mariannegubri.com
La tua definizione di musica?
Altra domanda complessissima! Provo a riassumerla così: per me è un’energia impalpabile e potentissima che nutre, conforta, stimola, dà le ali, ravviva lo spirito e infuoca il cuore.
Le foto inserite nell’intervista sono state scattate da Simone Gallini, Oscar Serio e da Elettra Cardillo.
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